"Siamo in prima linea contro le malattie rare"

Inaugurato al Policlinico il centro di ricerche che diventerà punto di riferimento italiano ed europeo per diagnosi molecolare e genetica

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Modena punto di riferimento italiano ed europeo per la diagnosi molecolare e genetica delle malattie rare, in primis quelle del fegato. E’ stato inaugurato ieri pomeriggio il centro di ricerca malattie rare (CRMR) realizzato al quinto piano del Policlinico da Unimore e dall’Azienda Ospedaliero-Universitario grazie ad un co-finanziamento della Fondazione di Modena. Il centro è dedicato a Mario Coppo, fondatore della Clinica Medica modenese e uno dei più grandi Clinici Medici che l’Italia abbia mai avuto.

A scoprire la targa di intitolazione il direttore generale Claudio Vagnini, il rettore Carlo Adolfo Porro, il Presidente di Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli e il direttore della Medicina Interna e del CRMR, Antonello Pietrangelo. La struttura è stata realizzata grazie alla donazione di un milione di euro per i lavori edilizi, arredi e tecnologie ai quali si aggiungono 400.000 euro a Unimore per le attrezzature di laboratorio. Due gli obiettivi del centro: lo studio di terapie innovative, enzimatiche, cellulari e geniche attraverso progetti in modelli pre-clinici e clinici per curare pazienti con malattie ereditarie del fegato e del sangue. Il secondo è lo sviluppo e l’implemento di piattaforme avanzate per la diagnosi molecolare e genetica delle malattie per le quali il centro e il Policlinico sono centro di riferimento italiano ed europeo. Il direttore Pietrangelo ha spiegato come tra queste patologie ci siano appunto quelle rare del fegato e del metabolismo del ferro e dell’eme, che al Policlinico hanno una lunga tradizione proprio grazie alla scuola di Mario Coppo.

"Studieremo per creare nuovi farmaci per poter curare i pazienti con malattie rare - sottolinea – Sappiamo che le big Pharma sono interessate soprattutto ad investire su prodotti che vanno su grandi popolazioni – afferma Pietrangelo – ma in questo caso i numeri non sono grandi. Questo è un grande problema. Un’altra cosa che faremo qui è quella della diagnosi precoce: i pazienti rari hanno bisogno della diagnosi prima ed oggi arriva in ritardo, quando la malattia è andata oltre e questo è il secondo scopo. Quindi lavoreremo sulla diagnostica con metodi molto potenti e molto avanzati per sequenziare il genoma dei pazienti. Faremo studi molto approfonditi per creare nuovi prodotti farmaceutici". Il Dg Vagnini ha sottolineato come la settimana scorsa sia stato presentato il capitolo’ dell’epidermiolisi bollosa, una malattia rara. "In questo caso parliamo di malattie prevalentemente in ambito epatico - afferma – Giustamente la struttura è stata dedicata al grande clinico Mario Coppo. Il professor Pietrangelo ha fatto un lavoro egregio per realizzare qualcosa di unico". Per quanto riguarda la diagnostica Vagnini sottolinea come il futuro sia la genetica. "Quello che è il futuro della terapia su malattie che hanno caratteristiche legate al proprio genoma avrà uno sviluppo eccezionale". Vagnini ha poi ringraziato la Fondazione di Modena e l’Ateneo, grazie ai quali Modena ha consolidato il suo ruolo di punto di riferimento a livello nazionale per lo studio e la cura di queste patologie.

v. r.