Sicurezza idraulica "Casse di espansione, sono operative anche senza collaudo"

Sul fiume Panaro c’è preoccupazione per il funzionamento del bacino che è stato testato solo una volta rispetto alle tre previste . Ma l’ingegner Valente (Aipo) assicura: "Abbassato il livello di piena".

Sicurezza idraulica  "Casse di espansione,  sono operative  anche senza collaudo"

Sicurezza idraulica "Casse di espansione, sono operative anche senza collaudo"

Funzionano o non funzionano? Appena torna la pioggia devastante e figlia del clima che tutti definiamo impazzito come in queste ultime settimane, rispunta, insieme ai comprensibili timori, l’interrogativo sulle casse di espansione del fiume Panaro, opera di legittima difesa contro le alluvioni ma sempre in attesa del collaudo definitivo. Ed è l’aspetto che genera dubbi sulla collettività.

"Certo che in questi giorni hanno funzionato – dice con soddisfazione l’ingegner Massimo Valente, responsabile di Aipo (Agenzia interregionale fiume Po) di Modena – sono state attuate le manovre necessarie per farle entrare in funzione secondo le esigenze e hanno fatto il loro dovere. L’attività è stata resa operativa anche senza collaudo". Se le cose stanno così è la risposta ai Comuni più soggetti ai rischi di piena del fiume e ai comitati di cittadini che si sentono sempre a rischio e si interrogano sull’efficienza delle casse di espansione quando l’acqua gonfia i fiumi e scende impetuosa. Stavolta al contrario di tre anni fa, nonostante molti disagi anche nel Modenese fra ponti chiusi e strade allagate, il disastro è toccato alla Romagna. "L’entrata in funzione delle casse di espansione ha abbassato il livello di piena di tutta l’area a valle - ribadisce l’ingegnere – la parte del collaudo segue un’altra strada e da un certo punto di vista è ininfluente".

Il nodo della prova formale dell’opera galleggia da tempo sulla burocrazia fra enti regionali e ministero ed è sotto osservazione da anni, tra finanziamenti al rallentatore e infinite modifiche strutturali nell’area fluviale. La prima delle tre prove di collaudo è stata fatta nel 2020, le altre due previste dalla norma, necessarie per attivare la difesa dalle piene al cento per cento, sono in rampa di lancio ma i tempi sono incerti.

"E’ una procedura complessa - spiega l’ingegner Gianluca Zanichelli, direttore ad interim dell’Aipo - le operazioni che seguono la prima prova del 2020 sono in corso perché si sono rese necessarie alcune modifiche". La cassa di espansione del Panaro risale a metà anni Settanta con l’aggiunta continua di aggiustamenti e lavori supplementari che secondo i tecnici giustificano i tempi biblici del collaudo. Costo 30 milioni di euro circa, ma nel 2023 siamo ancora qui ad attendere l’ok formale e definitivo.

Ancora l’ingegner Zanichelli: "Queste opere avanzano per stralci, appena finiti i lavori suggeriti dalla prima prova si avanzerà col resto. Gli argini del Panaro sono stati rinforzati in buona parte. Poi ci sono i finanziamenti che hanno i loro tempi e consentono di avanzare per stralci. Forse, con le condizioni idonee, procederemo con il secondo collaudo quest’anno, ciò non toglie che le opere idrauliche possono ugualmente funzionare".

I rappresentanti della lista civica Rinascita locale, di San Cesario, comune seduto accanto al Panaro, qualche dubbio recentemente lo hanno espresso:"Sono stati spesi milioni per consolidare argini e adeguare una cassa di espansione che funziona solo in parte. A due anni e mezzo dalla rotta di Nonantola non avere completato il collaudo ed essere senza una rete di paratoie in piena emergenza è un fatto inaccettabile. Con l’opera funzionante al cento per cento si terrebbe in sicurezza anche l’area di Fossalta sulla via Emilia che a volte subisce la spinta contraria del Panaro sul torrente Tiepido". Il direttore di Aipo: "Le casse comunque funzionano parzialmente e io stesso già nel 2014 feci azionare la paratoia per prevenire danni. Ripeto, stiamo procedendo col secondo collaudo che sarà fatto nei prossimi mesi".

Beppe Boni