Parla anche ‘carpigiano’ il nuovo vaccino italiano Covid-eVax: prodotto dalle aziende Takis e Rottapharm Biotech, si avvale anche della tecnologia dell’impresa carpigiana Igea, azienda biomedicale specializzata in terapie ortopediche, terapie oncologiche e terapie geniche. Igea, di cui è presidente e fondatore Ruggero Cadossi, nello specifico produce il medical devices, unici in Italia, per la somministrazione del vaccino. "Siamo indubbiamente contenti e soddisfatti – spiega il vice presidente, Matteo Cadossi (nella foto) – sia dal punto di vista professionale che personale. In questi anni ci siamo specializzati nell’ambito oncologico; poter essere ‘utili’ anche a livello di constato della pandemia da Covid ci rende molto orgogliosi". Quello che cambia è il concetto stesso del vaccino: non più quelli basati su vettori virali, ma altri ‘privilegiati’, che non contengono il virus. Siamo abituati ora a Pzifer e Moderna, che usano la tecnologia a mRNA e "danno direttamente alle cellule le istruzioni per produrre la proteina spike per la creazione di anticorpi". L’alta tecnologia ora punta direttamente sul Dna che "fornisce il libretto di istruzioni per arrivare alla proteina, passando da Dna a Rna, affinchè l’organismo riconosca gli anticorpi". Quali i vantaggi? "Il Dna – risponde Matteo Cadossi – è più stabile, meno costoso e più duraturo. Una volta che l’RNA viene inoculato, le cellule percepiscono il messaggio ma poi ‘distruggono’ le informazioni stesse una volta che si è creata la proteina. Il DNA penetra nella cellula del muscolo e resta per un periodo maggiore di tempo, prima di tradursi in proteina e quindi in anticorpi. Dunque, il sistema immunitario viene stimolato per un periodo più lungo". Lo ‘svantaggio’ però sta nel fatto che il Dna è più ampio come volume e dunque più difficoltoso è farlo penetrare nelle cellule. Da Igea, nello specifico, viene fornito lo strumento per l’inoculazione del vaccino che sfrutta ...
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