"Sisma e Covid, ripartiamo dalla comunità"

Il Tavolo diocesano organizza due convegni per guardare avanti dopo ricostruzione e pandemia

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Nel decennale del sisma del 2012, il Tavolo diocesano per il Patrono e il Laboratorio Teologico Realino, nell’ambito del programma del Patrono, hanno organizzato due convegni per fare memoria, celebrare e gettare nuove basi per progettare il futuro. Il primo si svolgerà sabato, a partire dalle 9, al Museo diocesano – Chiesa di Sant’Ignazio: ‘Terremoto e pandemia: ricostruzioni e strutturazione del futuro’. Obiettivo è riflettere non solo su ‘cosa’ si è ricostruito, ma anche su ‘come’ rimettere la Comunità al centro di questo processo, come ridefinirla e ricostruirla dopo le ferite, valutando se è possibile ‘abitare i luoghi insieme’, e se questo tempo trascorso ha indicato nuove priorità e possibilità. Tra i relatori l’architetto Stefania Campioli.

Come nasce il convegno?

"L’idea è nata all’interno del Tavolo diocesano per il Patrono: impostare il discorso non solo sul concetto di ‘ricostruzione’ ma ampliarlo anche a quello di ‘comunità’, ferite dalla perdita di spazi in cui trovarsi ma che hanno saputo generare relazioni reciproche di aiuto e sostegno".

‘Terremoto e pandemia’…

"Affronteremo anche il contesto pandemicopost pandemico che ha di nuovo messo in crisi la comunità sotto il profilo delle relazioni, degli incontri. Sisma e pandemia sono due eventi che hanno modificato profondamente l’esistenza di tutti noi e richiedono una ‘ri-partenza’, una riflessione su un futuro desiderabile che non potrà mai essere uguale al ‘come eravamo prima"’.

Un diverso punto di vista?

"L’obiettivo del convegno non è solo una lettura di questi 10 anni dal sisma ma cercare di capire come leggere questi eventi che si sono verificati, anche nell’ottica dell’opportunità di cambiamento che ci stanno offrendo per chiedersi di quali spazi e iniziative hanno bisogno le persone oggi. La ricostruzione è fisica, ma non solo e cercheremo di analizzarla anche nell’ottica futura".

E’ previsto anche l’intervento Gruppo Carpi 2030

"Abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi di Carpi 2030 perchè sanno come spendersi per il proprio territorio e fare co-progettazione, in più sanno rivolgersi ai giovani e se guardiamo al futuro, non possiamo che metterci in ascolto e collaborare".

Quali le parole chiave del convegno?

"‘Ricostruire": per ripartire in modo positivo dopo il sisma e la pandemia è necessario ricostruire i legami, la comunità e gli spazi. ‘Ristrutturazione’ del futuro: come migliorarlo, secondo quali traiettorie. A questi si aggiunge ‘riattivazione’ della comunità: non solo gli edifici ma anche i luoghi in cui le persone potranno trovarsi ancora. Affinché la città, da ‘luogo di incertezza’ possa tornare ad essere ‘posto di comunità’".

Maria Silvia Cabri