«Situazione grave, occorre innalzare il livello di guardia»

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«DA SETTEMBRE, con l’avvio del nuovo anno scolastico sicuramente metteremo in campo ulteriori interventi e daremo vita ad una collaborazione più stretta tra tutti gli operatori del settore. Occorre infatti innalzare il livello di guardia sul fenomeno, noto e preoccupante». Così il dirigente dell’ufficio scolastico regionale Silvia Menabue (nella foto).

«E’ SICURAMENTE un fenomeno preoccuante; occorre valutare congiuntamente – sottolinea Menabue – interventi sia in ottica di prevenzione che di repressione. E ’ bene sottolineare però come, in tema di prevenzione, le scuole secondarie in particolare abbiano da sempre previsto interventi mirati a legalità. Non solo; in questi mesi sono stati diversi i progetti legati ad esempio al contrasto al disagio e all’ abuso e uso di sostanze psicotrope. Sappiamo bene anche gli effetti devastanti dell’alcol sulle giovani generazioni ecco perchè da anni le scuole del territorio – sottolinea il dirigente – lavorano in sinergia con le Ausl, così come con le forze dell’ordine. Non dimentichiamo che la procura stessa mette in campo magistrati che intervengono nelle scuole. Inoltre lavoriamo con i centri di recupero come il Ceis che di progetti ne organizza sempre diversi. Credo che le scuole abbiano quindi a disposizione strumenti adeguati ma che andremo a incrementare in particolare cercando una stretta collaborazione con le famiglie».

«SERVE – incalza Menabue – poi un attento presidio in tutti i luoghi frequentati dai giovani anche nel dopo scuola: mi riferisco in particolare a locali notturni, palestre e oratori o comunque tutti quei contesti in cui è necessario mantenere un livello di attenzione alto. Ci tengo infine a sottolineare – conclude Menabue – il nostro riconoscimento all’Arma dei carabinieri per questa operazione significativa e per tutte le attività e progetti che l’Arma svolge nelle scuole».

«LI VEDI LA MATTINA già inebetiti, non a causa dell’alzataccia per prendere il pullman, ma per il ‘fumo’. Le famiglie collaborano ma fino a quando non tocchi loro figlio. Se informi un genitore e lanci un sospetto, addio…». Maura Zini è preside di un istituto della Bassa modenese, che conta 1200 studenti. Da anni è in primissima linea contro la droga. «Siamo in strettissimo contatto con le forze dell’ordine – dichiara la dirigente scolastica – I carabinieri sono attivissimi e ogni giorno effettuano un giro di perlustrazione davanti agli istituti scolastici, anche in piena estate quando la scuola è aperta per i corsi di recupero per gli studenti con i debiti. La collaborazione è massima, ma a volte si fatica a colloquiare con i genitori che s’ impermaliscono se gli insegnanti gettano qualche sospetto sull’uso di sostanze da parte dei figli. «Ma come si permette?» rispondono e a qual punto ogni sforzo di collaborazione è vano. Tuttavia, sono prevalenti i genitori che ci spronano a mantenere sempre alta la guardia come del resto facciamo da anni. Anche la politica, però, deve fare la sua parte. Serve una legge – incalza la preside – che elimini il concetto di ‘modica quantità’. Le droghe leggere non esistono, le sostanze stupefacenti fanno male e basta. La cultura dominante, poi, incita a farne uso, come la musica che va per la maggiore tra i giovani, senza contare i filmetti e i video di vario genere. Nel nostro Paese non c’è coerenza e a farne le spese sono le nuove generazioni in balia di un vuoto assoluto. La scuola educa, ma da sola non può fare tutto. Milleduecento studenti da controllare sono tanti, e da quando è entrata in funzione la legge che bandisce il ‘fumo’ a scuola, nel 2013, abbiamo messo in atto una vera e propria ‘task force’.

Viviana Bruschi

e Valentina Reggiani