Soli e sempre più vecchi, serve un piano

Le indagini statistiche indicano l’esigenza di un crescente assistenzialismo. Pinelli, assessore al welfare: «È un punto focale del programma»

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Sempre più anziani, sempre meno famiglie e sempre più soli. La prospettiva della popolazione italiana è questa e Modena non si discosta dal trend, anzi. Dal report diffuso dall’ufficio statistica del Comune, nella nostra provincia i dati relativi all’indice di vecchiaia (proporzione tra coloro che hanno da 65 anni in su ogni 100 persone con meno di 15) sono superiori alla media nazionale (178,2 contro il 173,1) così come sono in crescita le famiglie ‘unipersonali’, ovvero composte da un solo individuo.

La percentuale qui è impressionante perchè si parla del 39,6% (contro il 33% nazionale) e significa, praticamente, che 4 famiglie modenesi su 10 sono composte da una sola persona. Un dato che è raddoppiato nell’ultimo ventennio e che deve fare riflettere sulle misure da adottare per far fronte alle esigenze di una popolazione che avrà sempre più bisogno di assistenza. In tal senso sul territorio modense si contano 16 strutture per anziani in cui lavorano 420 operatori socio assistenziali, oltre a infermieri professionali, medici terapisti della riabilitazione e tutti coloro che si occupano dei cosiddetti servizi alberghieri (pulizie, pasti, lavanderia) per un totale di oltre 700 persone. I posti disponibili sono 1.062, di cui 968 attribuibili a ’non autosufficienti’, ma non sono abbastanza. Le attese sono davvero lunghe. «Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’alta richiesta di posti in strutture per anziani – afferma l’assessora ai Servizi sociali Roberta Pinelli - hanno indotto già da tempo l’amministrazione comunale a una seria riflessione. Uno dei punti qualificanti del programma di questa consiliatura è appunto il rafforzamento dell’offerta di residenzialità per persone non autosufficienti che consiste nel mantenimento della qualità del patrimonio esistente e nella realizzazione di nuove strutture nello sviluppo di innovative forme di domiciliarità per persone non autosufficienti che stiamo sperimentando con il social housing e con Ca’ Nostra, un’esperienza diventata già modello anche per altre realtà». Difficile sperare che l’aiuto possa arrivare dai figli visti i numeri delle famiglie con almeno un erede. La media nazionale è al 33,2% quella relativa alla nostra provincia al 26,1.Non a caso la Regione, nell’anno appena concluso, ha previsto un incremento dei finanziamenti dedicati a i bisogni della terza età che sono passati da 441 milioni di euro del 2018 ai 449. Di questi, ben 66 milioni e 790mila euro sono stati assegnati all’Ausl di Modena per una ‘quotidianità’ fatta di assistenza domiciliare, interventi temporanei di sollievo , centri diurni e assegni di cura.

Francesco Pioppi