Solisti Veneti, capolavori con omaggio a Bosso

L’orchestra da camera, vera e propria istituzione nazionale, domani sera al teatro comunale Pavarotti-Freni

Migration

di Stefano Marchetti

Fra le ‘istituzioni’ musicali della nostra meravigliosa Italia, uno spazio d’onore spetta indubbiamente ai Solisti Veneti: l’orchestra da camera, fondata a Padova nel 1959 dal maestro Claudio Scimone (scomparso nel 2018) che ne è stato il direttore e il ‘nume tutelare’ per più di cinquant’anni e in oltre seimila concerti, è famosa in tutto il mondo soprattutto per le esecuzioni di musiche barocche di autori come Vivaldi, Albinoni o Benedetto Marcello, ma in realtà il suo repertorio spazia anche in altri territori e in altre epoche, fino al contemporaneo.

Ce lo dimostreranno nell’atteso concerto in cartellone domani alle 20.30 al teatro comunale Pavarotti - Freni di Modena: guidati dal maestro Giuliano Carella, attuale direttore artistico e musicale, i Solisti Veneti si muoveranno dall’Albinoni del Concerti in fa maggiore n.2 op. 5 al Tartini del Concerto D78 in sol maggiore e al Vivaldi della ’Tempesta di mare’ RV433 n.1 op. 10, e ci offriranno anche gioielli di Rossini (la Terza sonata in do maggiore per archi) e di Stravinskij (il Concerto in re maggiore per archi), fino a una vera perla, il Concerto per flauto e archi che Michael Nyman ha composto per il flautista Massimo Mercelli che lo eseguirà, con una dedica speciale per l’indimenticabile Ezio Bosso, amico di entrambi i musicisti.

La storia dei Solisti Veneti è costellata di prestigiosi riconoscimenti internazionali, dal Grammy Awards ai Grand Prix du disque dell’Academie Charles Cros di Parigi: la loro popolarità è andata oltre i confini degli appassionati di musica colta, tanto è vero che nel 1970 conquistarono perfino un premio speciale al Festivalbar per il Concerto per due mandolini di Vivaldi, che fu ‘gettonato’ 350mila volte nei jukebox, un vero fenomeno. Sono stati la prima orchestra in Italia a tenere concerti nelle scuole e in decentramento, e hanno collaborato con alcuni fra i più celebri solisti e cantanti, da Placido Domingo a Salvatore Accardo e Uto Ughi. Il maestro Carella, che oggi li dirige, è stato direttore musicale del festival Puccini di Torre del Lago e primo direttore ospite della Fondazione Arena di Verona. E vanta un prestigioso curriculum anche il flautista Massimo Mercelli, che a soli 19 anni divenne primo flauto del Teatro La Fenice di Venezia e ha tenuto concerti nelle sale più rinomate. Grandi compositori contemporanei, da Krzysztof Penderecki a Philip Glass, Richard Galliano e Giovanni Sollima, gli hanno ‘affidato’ le prime assolute di loro lavori: un momento speciale della sua carriera è stata la collaborazione con Ennio Morricone, che l’ha voluto come solista per la sua cantata ’Vuoto d’anima’.