
Grazie ai capillari controlli della Polizia Penitenziaria dopo i suicidi è stato scoperto e stroncato un traffico di stupefacenti.
Nonostante una buona percentuale dei detenuti si trovi in carcere proprio per spaccio di stupefacenti, la droga continua a circolare nelle celle grazie all’attività illecita di chi è rinchiuso. Nel penitenziario si spaccia anche droga pericolosissima, come le pasticche di ecstasy comunemente note come ’Blu Punisher’, recentemente sequestrate al Novi Sad. Il carcere Sant’Anna, però, è da tempo sorvegliato speciale soprattutto a fronte degli ultimi tragici eventi: quattro decessi ma anche rinvenimento di droga.
Proprio nell’ambito di una costante attività di osservazione in questi giorni gli agenti della polizia penitenziaria, grazie anche all’ausilio dei cinofili hanno messo a segno una brillante operazione stroncando un giro di droga dall’interno e verso l’esterno del carcere. Infatti gli agenti hanno arrestato un detenuto trovato in possesso di un panetto di hashish, sequestrando poi un cellulare trovato in possesso di un altro carcerato.
A darne notizia è il segretario nazionale della Uil pa Polizia Penitenziaria Domenico Maldarizzi che sottolinea come il ritrovamento dello stupefacente, oltre a mettere in risalto le straordinarie capacità di intelligence e d’intervento operativo della Polizia penitenziaria, conclami l’inefficienza strutturale dell’organizzazione carceraria. "La professionalità della Polizia Penitenziaria, che solo due giorni fa avevano intercettato un lancio dall’esterno del muro di cinta di un pacco contenente hashish, cocaina e pasticche di blue Punisher - continua Maldarizzi - aiuta certamente a mettere una toppa sulle molteplici falle del sistema e, per questo, vanno i complimenti della Uil Pa Polizia Penitenziaria, ma rimane il fatto che telefonini, smartphone, sostanze stupefacenti, talvolta armi, e più in generale, oggetti non consentiti penetrano con troppa facilità nelle carceri, che non di rado divengono vere e proprie piazze di spaccio e centri di gestione di attività criminali.
È di ogni evidenza che la repressione non è sufficiente né qualitativamente né quantitativamente, ma che occorra l’efficace prevenzione. Per farla, è inevitabile potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti rispetto al reale fabbisogno di 18mila unità a livello nazionale".
v.r.