Sparatoria per il monopolio

E’ LA NOTTE del 5 aprile dello scorso anno quando, a Fossalta, quattro colpi di arma da fuoco fanno sobbalzare nel letto i cittadini.

A trovare i fori di proiettile è un commerciante che, nell’aprire l’esercizio, scopre come la tapparella sia crivellata dai classici ‘buchi’ tondi. Qualcuno, però, una dottoressa smontata dal turno, nota a mezzanotte le due auto, una Alfa 147 e una Lancia che si sorpassano a folle velocità sulla via Emilia. A distanza di pochi secondi ‘il flash’ degli spari. Gli agenti della mobile arrivano sul posto e acquisiscono i filmati di sorveglianza di un privato e di un ristorante vicino. Le immagini confermano il sospetto dei poliziotti: il gravissimo episodio è legato a contrasti nella gestione del territorio da parte di albanesi dediti allo sfruttamento della prostituzione. Da qui lo sviluppo dell’ indagine, con intercettazioni e pedinamenti e, ieri, la cattura degli sfruttatori. Inquietante la ferocia con cui agisce la banda: parliamo di criminalità organizzata albanese ben radicata sul nostro territorio e attiva, al pari della mafia nigeriana, nel traffico di droga e sfruttamento della prostituzione. E quanto ha messo in luce l’indagine condotta dalla mobile lo dimostra. Quella sera, il 5 aprile 2018, le due fazioni si danno appuntamento nei pressi dell’Obi, Modena Est. La ‘riunione’ è volta a stabilire la spartizione del territorio: qualcuno, insomma, deve fare un passo indietro. L’accordo salta, nessuno vuole perdere neppure un ‘metro’ di strada e scatta l’inseguimento. Dall’ Alfa partono i colpi: quattro a raffica diretti verso gli occupanti della Lancia. (Gli albanesi a bordo dell’Alfa rispondono di tentato omicidio). Lo scontro a fuoco non registra vittime solo perchè, vista la situazione esplosiva, interviene un intermediario. Alberto Bicerri, sfruttatore ‘indipendente’ di Rubiera fa da paciere tra le due fazioni. E per assicurarsi di essere ascoltato contatta uno zio in Albania: personaggio legato alla criminalità organizzata che, a sua volta invita l’intero gruppo alla calma. Facendo troppo ‘rumore’ si rischia di attirare l’attenzione della polizia. Non solo: lo zio incarica uno degli albanesi di recapitare un ‘messaggio’ ai parenti della fazione ‘nuova’, volando direttamente in Albania. Puntando un kalashnikov contro i genitori degli sfruttatori l’uomo avverte: «I vostri figli si devono adeguare».