Sparò al ladro, guardia assolta dopo 11 anni

Formigine, nel 2010 esplose 7 colpi in aria colpendo uno dei malviventi sorpreso a rubare. In Appello cade l’accusa di tentato omicidio

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Sorprese una banda di ladri intenta a rubare all’interno di un capannone e, temendo per la propria vita, esplose sette colpi. Uno di questi, però, trapassò la spalla di uno dei balordi causandogli una profonda ferita e facendolo finire in ospedale in gravi condizioni. A luglio 2013 il giudice Truppa, nell’ambito del processo con rito abbreviato, condannò l’uomo, una guardia giurata, a due anni e otto mesi di carcere con la pesante accusa di tentato omicidio. Ieri l’imputato, un napoletano di 51 anni difeso dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Roberto Sutich è stato invece assolto dai giudici della corte d’Appello perchè il fatto non sussiste. In sostanza la corte ha ‘sposato’ la tesi della difesa, secondo la quale non vi era certo volontà di uccidere assolvendo l’imputato con formula piena. Erano le 16 dell’8 agosto 2010 quando ai carabinieri di Formigine arrivò la chiamata della vigilanza privata, che segnalava come in via Copernico, a Casinalbo, una guardia giurata avesse sparato e come vi fosse una persona ferita a terra. La guardia giurata stava facendo la solita ronda tra i capannoni quando si era resa conto della presenza dei ladri che, dopo aver ‘sradicato’ un tombino avevano tentato di forzare la porta di una tipografia. L’uomo se li era trovati davanti; 4 contro uno e, temendo per la propria incolumità, aveva estratto l’arma ed esploso sette colpi ma mirando in aria, spiegò successivamente. Uno di questi, però, colpì uno dei ladri – di etnia rom – facendolo cadere a terra. Dalle indagini emerse come il ladro si trovasse in posizione frontale rispetto al vigilantes e come lo stesso avesse dichiarato di aver avuto in mano un tombino e di non essere riuscito, al pari dei complici, a dileguarsi poiché rallentato dallo stato di ubriachezza. L’imputato aveva sottolineato di aver sparato a scopo intimidatorio i colpi in aria dopo che due dei ladri lo stavano raggiungendo, avendo gli stessi tra le mani un oggetto che non era riuscito a riconoscere. Il perito balistico aveva dimostrato come il proiettile che aveva colpito il ladro fosse rimbalzato e quindi come non vi fosse l’intenzione, da parte del vigilantes, di ferirlo o, peggio, ucciderlo. Perizia ritenuta poco convincente in primo grado, da qui la condanna per tentato omicidio, sentenza ribaltata in Appello, 11 anni dopo i fatti. "Davanti alla Prima Sezione della corte d’Appello di Bologna, è stata riformata la sentenza di primo grado. La difesa esprime la massima soddisfazione in ordine ad una sentenza che riabilita in pieno l’imputato e gli restituisce finalmente una speranza di vita – affermano gli avvocati Zaccaria e Sutich – . Sono stati accolti in toto i motivi e le ragioni già avanzate in primo grado. Quindi, massima soddisfazione".

Valentina Reggiani