Modena, spray in discoteca. Greta: "Quasi soffocavo tra la folla impazzita"

Il racconto di una giovane al Duende: "Non lo dimenticherò mai"

Greta Scannavini

Greta Scannavini

Modena, 16 dicembre 2018 - A sottolineare quanto l’esperienza dello spray urticante, la folla che fugge veloce e il senso di soffocamento l’abbia condizionata nel tempo, è Greta Scannavini, 21 anni.

Anche lei ha vissuto la pericolosissima esperienza che ha provocato la morte di tanti giovani ad Ancona...

«Sì, e non lo dimenticherò mai. Eravamo alla discoteca Duende di Carpi, due anni fa. Stavamo ballando in pista e ci stavamo divertendo. Eravamo un gruppo numeroso. Nessuno di noi aveva mai sentito parlare del fenomeno e certo non ci era mai venuto in mente che qualcuno potesse per gioco o per procurarsi un bottino creare il panico in un locale».

Si è accorta subito dello spray vaporizzato nella sala?

«In realtà no: ricordo che stavo ballando e accanto avevo un’amica. Le luci della discoteca e la musica alta rendevano ovviamente tutto più confuso. Ad un certo punto, però, ho notato che i miei amici si sbracciavano; cercavano di attirare l’attenzione di noi ragazze. In quel momento ho avvertito uno strano odore».

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Poi cos’è successo?

«Ricordo che un attimo prima ci stavamo scattando un selfie e quello dopo abbiamo temuto di morire in un attentato. Era difficile intuire quanto stesse accadento: so solo che non riuscivo più a respirare. E’ accaduto tutto in poco tempo: gli altri clienti del locale mi spingevano, mi tiravano i capelli. Gridavano e cercavano di uscire. Mi sentivo in gabbia; stavo soffocando e ho pensato in quel momento che da lì non sarei più uscita, che sarei morta sicuramente».

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Come ha fatto a non finire a terra calpestata?

«E’ stato merito dei miei amici. Io come ho detto non riuscivo a respirare e sono andata nel panico; ero come paralizzata. I miei amici mi hanno fatto da scudo tra la gente e mi hanno tranquillizzato spiegandomi che era peperoncino. Mi hanno protetto col loro corpo fino a che non abbiamo raggiunto l’uscita. Solo in quel momento ho ripreso a respirare».

Poi cosa è accaduto?

«Siamo usciti tutti; ho assistito a scene di panico e terrore poi, però, ci hanno soccorsi e la situazione è tornata alla normalità. Ma non dimenticherò mai quei momenti».

Oggi ha ancora paura?

«Ogni volta che vado a ballare temo che qualcuno lo rifaccia e mi tengo lontana dalle discoteche; le frequento poco. I posti affollati mi fanno paura, soprattutto se sono piccoli. Non mi vergono a dire che sono rimasta choccata perchè, in quel momento, faticavo a vedere una via di uscita e il pensiero torna spesso alla mente perchè realmente ho temuto di morire tra tutta quella gente che senza alcuna remora mi schiacciava. Ognuno pensava a sè, senza riflettere sulle conseguenze. Il terrore provoca anche questo: l’istinto di sopavvivenza. Inoltre, se avverto nell’aria strani odori, temo sempre che sia lo spray. Prima non lo facevo ma adesso, appena entro in un locale, mi guardo attorno fino a che non individuo l’uscita di sicurezza più vicina. Solo in quel momento mi sento al sicuro».