Stalking Modena, perseguitano i figli sui social. Genitori a processo

I ragazzi, oggi maggiorenni, 10 anni fa sono stati affidati a un’altra famiglia

Modena, genitori a processo per stalking (foto di repertorio Newpress)

Modena, genitori a processo per stalking (foto di repertorio Newpress)

Modena, 15 novembre 2018 - Se li sono visti portare via senza potersi opporre in alcun modo: l’incubo di ogni genitore. Ma negli anni non hanno mai rinunciato ai loro bambini così, dopo aver preso parte a svariate trasmissioni, scritto a giudici ed amministrazioni e lanciato appelli su appelli, sono riusciti ad inviduarli. Probabilmente il loro intento – quello di due genitori colti dalla disperazione – era quello di riuscire a farli tornare a casa ma, soprattutto, seguire la loro crescita. Secondo il giudice, invece, quello messo in atto dai due coniugi configura a tutti gli effetti il reato di stalking. Sono così finiti a processo, ieri, due genitori domiciliati nel piacentino. Entrambi sono accusati di aver perseguitato tramite social network e non solo i figli, un ragazzo oggi 25enne e una ragazza appena 18enne ma anche i genitori adottivi che, esasperati, hanno sporto denuncia. Per i due coniugi inizierà ora il delicato processo. Perché il procedimento si celebra a Modena? I genitori adottivi dei ragazzi vivono nella nostra città ed è qui che, più volte, i ‘i biologici’ sono arrivati, nel corso degli anni, nel tentativo di ricostruire un rapporto con i figli.

La storia, drammatica, inizia diversi anni fa, quando i bambini ‘contesi’ avevano meno di dieci anni. Siamo in un paesino del piacentino. Carabinieri e vigili, una mattina, effettuano un sopralluogo in una palazzina abitata da una famiglia ‘allargata’. Mamma, papà, i due bimbi e altre sette persone: parenti di vario grado e invalidi civili ma anche uno zio condannato per omicidio. I bambini – secondo quella che sarà la relazione dei servizi sociali – vengono descritti come malnutriti, sporchi e obbligati a vivere in condizioni di estremo degrado.

L’accusa, nei confronti dei coniugi, è anche quella di non averli mai sottoposti a visite pediatriche e portati a scuola, se non saltuariamente. I genitori dei minori si difendono in ogni modo, si rivolgono ai giudici denunciando una sorta di complotto nei loro confronti e così pure ai media locali. Ma, secondo il tribunale dei minori di Bologna, la situazione è troppo grave e i coniugi vengono definiti inidonei allo svolgimento delle funzioni genitoriali. I piccoli passano da una struttura d’accoglienza ad una famiglia affidataria e, alla fine, vengono adottati dagli attuali genitori. Gli imputati, però, riescono ad individuare il nuovo cognome dei due adolescenti e si mettono in contatto con loro attraverso i social. Tanti i messaggi scritti ai ragazzini ma, non ricevendo le risposte sperate, i coniugi decidono di raggiungerli di persona. Secondo le accuse avrebbero seguito i propri figli (e i ‘nuovi genitori) appostandosi fuori dall’abitazione o dagli impianti sportivi e scuole. Nei confronti dei coniugi, quindi, inizierà ora il processo.