Stop ai consiglieri regionali. Ma per Maletti deroga possibile

L’Acli potrebbe chiedere un proprio rappresentante. . E c’è chi la vuole a Roma. così non corre da sindaco

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Dunque il segretario nazionale Enrico Letta martedì ha detto che i consiglieri regionali non si possono candidare, salvo deroghe. Game over per Francesca Maletti? Non è detto: c’è ancora una chiave che potrebbe spalancarle le porte di Montecitorio (o Palazzo Madama, ma questo si vedrà dopo). Il percorso alternativo passa da un appello delle Acli ad aver un proprio rappresentante tra i Dem in Parlamento. L’eventualità rientrerebbe a pieno titolo nella clausola ‘salvo deroghe’ a cui ha fatto riferimento il segretario. Il senso è: no ai consiglieri regionali che si alzano la mattina e intendono candidarsi, sì invece a coloro che per qualche ragione – ritenuta naturalmente valida dallo stato maggiore del partito – potrebbe essere strategico schierare. In questo schema l’ipotetico appello della Acli ad avere un esponente di riferimento, magari formulato con una richiesta ad personam, costituirebbe quella che nel volley è la classica palla alzata che la Maletti sarà chiamata solo a schiacciare per aggiudicarsi il match point. A dare l’abbrivio all’operazione è anche la lettera aperta che il Forum Terzo settore ha scritto ‘alle forze politiche dell’Emilia-Romagna’ nella quale si legge tra l’altro l’auspicio che i nomi nelle liste per Senato e Camera "valorizzino persone che hanno avuto esperienze dirette nell’ ambito del Terzo Settore e che abbiano espresso apprezzamento di questa importante realtà".

Per ciò che riguarda l’Emilia Romagna in particolare "crediamo che chi verrà candidato è utile esprima sensibilità verso i valori e principi che accompagnano le azioni nel terzo settore e quindi attenzione verso il rispetto e la valorizzazione delle diversità, il contrasto alle disuguaglianze sociali, l’ attenzione verso l’ambiente". Anche nella nostra regione, prosegue la missiva, "pur di fronte a sostegni economici e diversi tavoli di confronto non si è riusciti ancora a produrre quel salto di qualità che, ad esempio, rende la coprogrammazione, coprogettazione e amministrazione condivisa, strumenti reali di innovazione e cambiamento necessario. Servono atti di discontinuità e le candidature alle prossime elezioni possono rappresentare un primo passo in questa direzione".

Che poi, tornando alla metafora pallavolistica, a dirla tutta vincere il match non avvantaggerebbe solo Maletti o la componente del partito che la sostiene, l’ala cosiddetta cattodem: malignamente si fa notare che il suo trasferimento a Roma rientrerebbe nella tradizionalissima logica del promoveatur ut amoveatur. Si leverebbe in pratica di mezzo una possibile pretendente alla carica di sindaco del 2024. In diversi perciò fanno il tifo per Maletti eletta in Parlamento: gli amici certo. Ma anche qualche ’nemico’.

g.a.