Storia di un giovane ribelle per la Libertà

A Saltino di Prignano una targa ricorda Mario Allegretti nel punto in cui morì mentre guidava la brigata partigiana ’Monte Santa Giulia’

Storia di un giovane ribelle per la Libertà

Storia di un giovane ribelle per la Libertà

Pagine di storia dall’Appennino modenese: Prignano racconta la sua meglio gioventù e non solo. Passeggiando per le strade rurali di Saltino può capitare, e ci è capitato, di imbatterci in una piccola ma importantissima roccia, sulla quale è posta una targa in bronzo con su scritto il nome di Mario Allegretti. Ma chi era costui? E ancora, perché è così importante ricordarlo? Nato a Vignola (Modena) il 6 settembre 1919, caduto a Saltino sulla Secchia (Modena) il 10 aprile 1945, laureato in Giurisprudenza, Medaglia d’oro al valor militare, Mario fu un vero eroe della Seconda Guerra mondiale, un eroe da non dimenticare. Sessant’anni dopo il suo sacrificio una lapide è stata inaugurata solennemente in sua memoria nel preciso punto in cui venne assassinato (a lui era già stato intitolato il liceo di Vignola). Mario cadde, combattendo contro preponderanti forze tedesche, alla testa dei partigiani della 34esima Brigata ’Monte Santa Giulia’.

Il ragazzo aveva fatto presto le sue scelte: nel breve periodo del Governo Badoglio, a soli 24 anni, aveva aderito al Partito d’Azione e, sottotenente del 33° Reggimento carristi di stanza a Parma, al momento dell’armistizio, si era dato all’organizzazione delle prime formazioni partigiane di ’Giustizia e Libertà’. Nel giugno del 1944, Allegretti aveva raggiunto le bande attive nelle zone di Montefiorino, Ospitaletto, Pianorso e delle Are Vecchie. Per il coraggio dimostrato gli fu affidato il comando della formazione ’Italia libera’ e poi, nel novembre dello stesso anno, quello della 34esima Brigata, che comandò valorosamente fino allo scontro fatale.

La motivazione della massima ricompensa al valore che è stata concessa ad Allegretti nel 1945 dice: "Combattente di tempra adamantina, promotore ed animatore della lotta di liberazione, in lunghi mesi di dura guerra partigiana, sempre alla testa della sua Brigata, dava costante prova di eccezionale ardimento. Durante l’aspra battaglia per la difesa di Monte Santa Giulia si infiltrava con audacia fra le linee nemiche e, dopo avere ridotto al silenzio due postazioni di armi automatiche, mentre ne attaccava un’altra, cadeva mortalmente colpito gridando ’Viva l’Italia!’. Fulgido esempio di sublime eroismo e di ardente amor di patria".

Grazie ai nostri docenti abbiamo potuto confrontarci con la ex preside del nostro Istituto, la professoressa Giuliana Marchetti, proprio sulla figura di questo giovane patriota e, con lei, ci siamo domandati: cosa ha spinto un ragazzo benestante, sano e con un futuro così promettente a mettersi in gioco fino a questo punto? Fino al punto di morire? "La risposta amico mio soffia nel vento", come cantava Bob Dylan. Concludiamo questo articolo con una frase di Kennedy che fa molto riflettere. "L’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità".

Classi IIA e IIB