
La cooperativa MonteRé intende espandersi di oltre mille metri quadri, consumando suolo vergine "L’unico accesso alla zona è una stretta strada di campagna: smog e rumori insopportabili, non si vive più" .
Guidando il sabato mattina su Strada Cadiane è difficile immaginare che durante la settimana quella che sembra una tranquilla via di campagna, dove a stento riescono a transitare contemporaneamente due automobili, si trasformi nella principale arteria che connette un polo industriale a Modena.
Come denunciano i residenti fin dai tempi della giunta Barbolini, l’unico accesso alla zona avviene attraverso la stretta strada di campagna, oggi percorsa quotidianamente da decine di autoarticolati e centinaia di automobili diretti verso tre aziende (c’è chi calcola 90 tir e 700 macchine): la cooperativa MonteRé, che movimenta frutta fresca, essiccata e confetture; Neotron S.p.A., laboratorio di analisi che, stando ai dati esposti nell’interrogazione in consiglio comunale del 6 febbraio di quest’anno, conta più di 800 dipendenti; e Martini S.p.A., divisione zootecnica, verso cui confluiscono mezzi pesanti che, a dire dei residenti, raggiungono le 45 tonnellate.
La notizia dell’ulteriore ampliamento della cooperativa MonteRé – approvato dal Consiglio Comunale di Modena nell’aprile dello scorso anno – e della realizzazione di una nuova struttura attiva 24 ore su 24 ha contribuito ad allertare nuovamente i residenti che, supportati dal Movimento 5 Stelle e Avs, si sono rivolti all’amministrazione comunale.
Secondo quanto illustrato dai consiglieri di Avs, Martino Abrate e Laura Ferrari, l’attuale sede aziendale della MonteRé occupa una superficie di 5.975 metri quadri. La struttura in stradello Agazzotti dovrebbe ospitare 18 forni per l’essiccazione, 1.300 metri quadrati di celle frigorifere e 2.800 metri quadrati per la movimentazione dei prodotti, da affiancare all’attività esistente. Rispetto agli interventi di mitigazione, da quanto si apprende finora, accanto allo stabilimento, 10mila metri quadri di suolo agricolo saranno convertiti in area di mitigazione ambientale, con la piantumazione di 88 alberi e 1.550 arbusti. Inoltre, per contenere l’impatto sulla viabilità, la cooperativa realizzerà a proprie spese tre ampliamenti della carreggiata di via Cadiane, per un totale di circa 1 chilometro.
L’intervento urbanistico aveva suscitato aspre polemiche nella zona, portando un gruppo di residenti a ricorrere al Tribunale Amministrativo. Nello specifico, il Tar ha sospeso la delibera del Comune e il permesso di costruire per l’ampliamento dello stabilimento MonteRé, accogliendo il ricorso del comitato dei residenti, L’udienza di merito è stata fissata per il 12 giugno.
A preoccupare il comitato sono tre aspetti: la situazione della viabilità locale, l’inquinamento acustico e la posizione del nuovo stabilimento, che determinerebbe il consumo di suolo vergine. "Da anni – sottolineano i residenti – la situazione non è sostenibile. E visti gli ampliamenti previsti, in futuro, non potrà che peggiorare, soprattutto per quanto riguarda traffico e inquinamento acustico. Attualmente sarebbe previsto che gli ingressi in strada Cadiane siano limitati di notte, ma di fatto i tir entrano lo stesso. È inaccettabile che una via così stretta sia l’unico accesso a un polo di questa entità".
"Non devono essere costruiti – concludono i residenti – nuovi stabilimenti e, in ogni caso, occorre ripensare completamente la viabilità di accesso agli impianti. In questi 25 anni, abbiamo costantemente segnalato una situazione insostenibile che si è aggravata anno dopo anno, ma le amministrazioni comunali hanno sistematicamente sottovalutato i problemi".