Strage in discoteca a Corinaldo, ammesse 80 parti civili

Sono circa 80 le partici civili ammesse, tra le quali anche la Regione Marche, al processo alla cosiddetta banda dello spray per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in cui morirono sei persone schiacciate dalla calca. Escluse invece la Magic srl, società di gestione del locale, i proprietari della struttura (le famiglie Micci e Paialunga), e il Comune di Corinaldo. Lo ha deciso stamane il gup di Ancona Paola Moscaroli, durante un’udienza con la procedura ‘da remoto’, almeno per gli avvocati di parte civile e per gli imputati che erano collegati dai loro studi i primi e dal carcere i secondi, per le restrizioni anticontagio da coronavirus. In aula, nel tribunale ad Ancona, c’erano solo il giudice, il cancelliere, i due pm titolari dell’indagine Paolo Gubinelli e Valentina Bavai e gli avvocati degli imputati. Tutti con le mascherine. L’udienza è stata aggiornata all’11 giugno quando, su loro espressa richiesta, verranno ascoltati gli imputati, sei ragazzi della Bassa accusati della strage avvenuta alla Lanterna Azzurra la notte tra il 7 e l’8 novembre del 2018. Per i sei, la procura aveva chiesto il giudizio immediato, sono stati formalizzati anche gli abbreviati. Per loro si procederà quindi con il rito alternativo che prevede uno sconto di pena in caso di condanna. Ugo Di Puorto, che per gli inquirenti è il capo della banda, Raffaele Mormone, Andrea Cavallari, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah hanno seguito l’udienza dal carcere, collegandosi in videoconferenza, così come tutti i legali che assistevano le parte civili. In aula, ad Ancona, solo i difensori degli imputati, i pubblici ministeri Valentina Bavai e Paolo Gubinelli e il gup Paola Moscaroli. "Un clima surreale" per Corrado Canafoglia, uno dei legali delle parti civili. I sei giovani modenesi sono accusati di omicidio preterintenzionale, associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni personali anche gravi e singoli episodi di furti e rapine commessi in diversi locali notturni. Secondo l’ipotesi accusatoria, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 furono loro a spruzzare lo spray al peperoncino all’interno del ‘Lanterna Azzurra Clubbing’ di Corinaldo, colmo ben oltre il limite consentito, in attesa della performance del trapper Sfera Ebbasta per commettere dei furti.