"Streghiamo Melbourne con gnocco e salumi"

’Trattoria Emilia’, fondata dai modenesi Francesco Rota, Luca Flammia e Matteo Neviani, fa il pieno di clienti nella città australiana

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di Alessandro Trebbi

In cucina si parla dialetto modenese, nel menù ci sono gnocco fritto, tigelle, salumi e formaggi e tutti i tipi di pasta ripiena. Ma alla Trattoria Emilia, nel cuore di Melbourne su Little Collins Street, gli chef Francesco Rota e Luca Flammia offrono anche piatti ricercati di carne e di pesce accompagnati da salse curate e innovative, assieme a un tiramisù che varrebbe da solo la prenotazione. Quella dei due ragazzi di Modena è una scommessa vinta, grazie anche al terzo socio, il front manager Matteo Neviani da Sassuolo, maitre dal sorriso sempre pronto: portare in Australia cibi, sapori e ingredienti emiliani, cucinati alla perfezione, e affiancarli a piatti dal respiro più internazionale. Oggi Trattoria Emilia è uno dei ristoranti più frequentati della capitale del Victoria, dove la cucina modenese sembra aver conquistato senza mezze misure gli aussie. "Anche se l’inizio era stato un disastro – ammette Francesco Rota – perché per i primi due mesi siamo rimasti quasi sempre vuoti".

La svolta come è arrivata?

"Grazie alla recensione di un critico gastronomico, che ha apprezzato moltissimo la nostra cucina e ha scritto un articolo che ha incuriosito tantissimi clienti".

Com’è iniziata l’avventura?

"Sono arrivato in Australia con Luca nel 2008, ma era tutto nato in maniera improvvisa e il piano iniziale era rimanere solo per un anno".

Invece?

"Invece ci siamo accorti delle opportunità che offre l’Australia. Nei primi anni abbiamo lavorato come dipendenti, abbiamo imparato l’inglese, conosciuto gli ingredienti australiani, preso contatto coi fornitori di prodotti che venivano dall’Italia e abbiamo conosciuto Matteo".

Che è entrato in società con voi?

"Esatto. Con lui è nata Trattoria Emilia".

Qual è l’idea alla base del vostro locale?

"Proporre quello che si mangia a casa, a Modena, con un’alta qualità di materie prime ma a prezzi accessibili. Una cucina classica come può essere la tagliatella al ragù o una lasagna. Essendo a Melbourne però abbiamo deciso di aprirci mentalmente per servire un pubblico più vasto che magari apprezza di più carne o pesce. Insomma, una trattoria moderna".

Il successo, poi la pandemia. Come vi siete riorganizzati?

"Non sapevamo cosa fare inizialmente. Il Governo però ci ha aiutato fin da subito e ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo pensato di mettere in commercio i nostri classici: lasagne anche rivisitate, parmigiane. Sugli scaffali dei negozi di alimentari sono diventati dei best seller. Così abbiamo creato un’attività parallela che portiamo ancora avanti".

E usciti dal lockdown?

"Il ristorante era ancora più pieno di prima".

Anche di nomi che il pubblico italiano conosce bene, giusto?

"Durante gli Australian Open i tennisti italiani vengono qui, abbiamo avuto Matteo Berrettini, Lorenzo Sonego, i loro staff, anche Andy Murray è stato da noi alcuni anni fa. Il più celebre? Valentino Rossi è passato di qui un paio di volte, un onore averlo al nostro tavolo".

E un nome noto a Modena?

"Gregorio Paltrinieri, quando si allenava qui con Mack Horton".

C’è il progetto di ritornare?

"Modena manca tantissimo. Quindi sì, magari tra una decina d’anni tornare mi piacerebbe, per godermi la città in maniera più rilassata. Forse non aprirei un ristorante ma un wine bar o altro, ma di sicuro saprei viverla molto meglio rispetto a quando l’ho lasciata".