
L’appello dei genitori della ragazza che ha corso il pericolo di perdere tre dita della mano. I docenti dei Diritti umani: "Episodio simbolo della disfunzione del sistema formativo" .
Ribadendo la gravità del fatto per l’età e il contesto in cui si è verificato, le cui responsabilità si accerteranno ma che già a prima vista appaiono evidenti, i genitori della studentessa manifestano il loro apprezzamento per l’attenzione che è stata data anche a livello governativo e istituzionale. Questo non solo per garantire e dare la massima profondità e severità alle indagini ma anche perché valga come segnale di monito e quindi di prevenzione per il futuro perché nessuno studente deve rischiare la propria incolumità nell’ambito di queste attività che dovrebbero essere funzionali al loro percorso scolastico e, quindi, al loro futuro.
Così l’avvocato Henrich Stove (nella foto) nel farsi portavoce – in qualità di legale di fiducia – dei genitori della studentessa di 17 anni di Castelfranco rimasta vittima, lo scorso quattro giugno, di un infortunio avvenuto all’interno di un vivaio cittadino. La giovane, al suo secondo giorno di stage, come previsto nel progetto di alternanza scuola lavoro, si era recata nell’azienda in questione insieme ad altri quattro compagni di scuola. Poco dopo il titolare aveva mostrato loro l’utilizzo di un tosaerba e pare che la ragazzina (la dinamica è in corso di accertamento) fosse poi rimasta sola con il macchinario, ferendosi gravemente ad una mano. Tanto che la 17enne ha rischiato di perdere tre dita e ha subito un delicato intervento chirurgico.
"Siamo ancora sotto choc per quanto accaduto a nostra figlia, pur consapevoli che occorre andare avanti. È dura pensare di mandare il proprio figlio/a a scuola e ritrovarselo poche ore dopo a casa, quasi mutilato tenendo conto che avrebbe potuto andare peggio. È inaccettabile che ancora oggi possano accadere eventi così terribili sul luogo di lavoro specie se riguarda minorenni coinvolti in progetti di stage. Nell’occasione ci sentiamo di rivolgere un caloroso grazie al cittadino che ha chiamato i soccorsi e allo staff che ha operato mia figlia" dice la mamma.
L’avvocato Stove che rappresenta la famiglia della studentessa, a proposito della vicenda, aggiunge: "Il mio studio è pronto e attende un contatto da parte del Ministro o degli uffici periferici del Governo affinchè il suo intervento non si risolva in uno scambio di relazioni di mera burocrazia, ma il fatto venga raccolto anche e soprattutto dalla voce di chi lo ha vissuto e subito", conclude Stove.
A intervenire è anche il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani: "L’infortunio della giovane di Castelfranco Emilia non può finire nel silenzio o nell’archivio dei casi isolati. È il simbolo di una disfunzione che riguarda tutto il sistema scolastico e formativo", tuonano. "Serve una visione nuova, fondata sul rispetto della persona, sulla dignità della scuola pubblica, sulla tutela effettiva dei minori".
Alla studentessa e alla sua famiglia, prosegue il Coordinamento, va la nostra solidarietà, ma anche il nostro impegno: "Continueremo a batterci affinché nessun altro studente debba pagare il prezzo della propria educazione con il sangue o la paura", conclude il professor Romano Pesavento, presidente del coordinamento.
Sull’episodio sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri e dell’ispettorato del lavoro.