
Fu arrestato a settembre del 2018 a Sassuolo: nell’ambito di una indagine per produzione e diffusione di materiale pedopornografico gli inquirenti trovarono nella sua abitazione diversi scatti di ragazzine giovanissime dalle quali il giovane, originario di Scandiano, si era fatto inviare foto senza veli. Ora è finito a processo, a Modena, per altre immagini, sempre relative a vittime giovanissime, individuate sui suoi cellulari. A rischiare una seconda condanna è appunto un reggiano residente a Sassuolo di 26 anni. Per l’imputato la pubblica accusa ha chiesto un anno e mezzo di carcere per il reato di detenzione di materiale pedopornografico e la sentenza è attesa per settembre. Il 26enne fu appunto arrestato nel 2018 scontando poi la pena. Secondo le accuse – nell’ambito di quel procedimento – il 20enne all’epoca dei fatti aveva ‘realizzato’ il materiale pedopornografico dopo aver chattato con alcune ragazzine. Il 20enne, infatti, le aveva poi convinte ad inviargli foto ritraenti le parti intime. Nel corso della perquisizione nella sua abitazione di Sassuolo, però, gli inquirenti avevano trovato ulteriori cellulari in cui il ragazzo custodiva altri scatti a sfondo sessuale, relativi sempre a minorenni. Al reggiano era stata così contestata anche la detenzione di materiale pedo pornografico ed era stato rinviato a giudizio in tribunale a Modena. Secondo la difesa si tratterebbe, però, dello stesso materiale poi trasferito sui telefonini: quindi il ragazzo sarebbe già stato condannato per i reati commessi. Il tribunale ha quindi disposto l’acquisizione delle consulenze informatiche relative ai dispositivi informatici.