"Superbonus, i cantieri si stanno fermando"

Stefano Betti di Ance: "Va risolto il tema dei cassetti fiscali al più presto. Il 110 è estraneo alle frodi, le regole sono troppo rigide"

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di Paolo Tomassone

"Ci auguriamo che con la conversione in legge del Decreto Aiuti ci arrivino risposte dal governo, speriamo entro fine luglio. Il tema nodale è risolvere il problema dei cassetti fiscali pieni da parte delle imprese". Che, anche in Emilia-Romagna, rischiano di saltare a causa del blocco da parte dal sistema finanziario, dalle banche alla Posta alla Cdp, della cessione dei crediti fiscali per i bonus edilizi. Lo ricorda Stefano Betti, presidente regionale di Ance, l’Associazione dei costruttori edili.

Ingegnere, il superbonus al 110% si è trasformato in un boomerang?

"Non è all’ordine del giorno lo stop del provvedimento, è una legge e come tale va avanti. Però, per poter essere operativa, deve risolversi il tema dei cassetti fiscali. Da quando sono cambiate le regole in corsa, a novembre, si è rallentata fino a fermarsi la capacità del sistema finanziario di acquisire i crediti fiscali e quindi in questo momento le imprese sono prive di liquidità e quindi i cantieri sono fermi".

Hanno una responsabilità anche gli istituti di credito?

"Le banche devono poter comprare i crediti in base a regole certe, fisse e sicure nel tempo. La continua mutazione delle regole derivante dal lodevole tentativo di cercare di arginare il fenomeno delle frodi, non ha colto l’obiettivo".

Il fenomeno delle frodi non riguarda il 110%?

"Esatto, riguarda piuttosto i bonus facciate, cosiddetti 90%, che fino a metà novembre erano privi di controlli, di acceleratori e di tetti massimi di spesa. Probabilmente hanno creato anche un sistema di frodi, creato principalmente da scatole vuote nate improvvisate, proprio per utilizzate questo sistema in maniera fraudolento. Le imprese storiche e serie che fanno i lavori sono estranee a questo tipo di movimento e, in generale, il bonus 110 è estraneo al sistema delle frodi".

Quali sono stati gli effetti positivi di questa misura?

"Il sistema dell’edilizia attraverso i bonus ha fatto più di un terzo del Pil del 2021 rilanciando il settore, rilanciando edifici energetici e sismici ed essendo un ‘booster’ per l’intera filiera. Gli effetti positivi si sono riversati sul lavoro, sui pagamenti e sul movimento dell’economia del sistema. E non hanno creato speculazione perché il 110% ha i tetti e i preziari, quindi non crea movimenti speculativi che, invece, sono stati creati dove non ci sono tetti, preziari e acceleratori, cioè con gli altri bonus".

Siete preoccupati per questo stallo?

"La preoccupazione è ovviamente altissima. Siamo nel paradosso in cui abbiamo aziende che fanno bilanci eccellenti che rischiano di saltare per aria, di essere bloccate o di fallire per eccesso di crediti. È un paradosso. Abbiamo bisogno che questi crediti riprendano a circolare in maniera tale che possano essere fluidi nel sistema e consentire alle aziende di riprendere a lavorare con la necessaria liquidità per compiere quello che è un servizio alla collettività. Perché, ripeto, stiamo parlando di edifici da trasformare a migliore prestazione energetica e sismica, di ripresa di un settore e di ripresa generale dal momento che pesiamo per un terzo della ripresa Pil".

C’è chi contesta la politica dei bonus per rilanciare un settore.

"Guardi che il beneficio finale di questa operazione è verso i cittadini, attraverso minori consumi e maggiore sicurezza dei propri edifici. I bonus portano avanti una sostenibilità complessiva sia di tipo sociale, economico e anche ambientare. Che sia chiaro: noi non pensiamo di fare politica di settore con i bonus, ma in questo tempo i bonus che sono stati lanciati hanno dato queste risposte estremamente positive al paese. Ora devono essere semplicemente completati nel loro percorso. Anche perché le aziende hanno investito e oggi devono poter completare il loro ciclo e per completare hanno bisogno che i crediti circolino".