ALBERTO GRECO
Cronaca

Superbonus, rabbia e proteste: "Lo stop sarebbe devastante, tradito il patto con le imprese"

Le associazioni del settore edile: "Sono a rischio 300 cantieri e oltre 3mila posti. Lo Stato sta dando prova di non essere credibile, non faremo i lavori per il Pnrr".

Può essere devastante sull’economia modenese il blocco del superbonus decretato dal Governo per il 31 dicembre. "Lo Stato in assenza di una proroga sta dando prova di non essere credibile, poiché il patto tra Stato e imprese – ammonisce Claudio Boccaletti, presidente Confartigianato-Lapam del settore costruzioni – è stato tradito. Con queste premesse noi non faremo i cantieri del Pnrr". A rischio non solo 300 cantieri e 3.000 posti di lavoro nell’edilizia, un settore che conta a Modena oltre 1.600 imprese iscritte alla cassa edili e con dipendenti, poiché le conseguenze si ripercuoteranno su tutta la filiera, da chi fa i serramenti, a chi fa gli intonaci, a chi posa i pavimenti, agli idraulici, agli elettricisti. Tutto un indotto risentirà di una eventuale crisi delle costruzioni che nel post pandemia da solo ha registrato un incremento nazionale di 200mila maestranze. In pericolo ci sono molti più posti di lavoro e la sopravvivenza di un incalcolabile numero di imprese, piccole e medie. Per questo a chiedere una proroga della scadenza e un differimento della data di almeno 6 mesi per portare a termini i cantieri già avviati e in avanzato stato di realizzazione ieri mattina a Modena presso la sede della scuola edile della Provincia si sono trovati tutti: rappresentanti del mondo dell’impresa, della cooperazione, del sindacato. La preoccupazione è comune e per questo hanno deciso di fare fronte comune chiedendo che "La legge di Bilancio per il 2024, in discussione in Parlamento dia soluzioni concrete a un problema che, nel nostro territorio, riguarda da vicino migliaia di cittadini, famiglie e imprese che, sul tema, si aspettano dalla politica e delle istituzioni una soluzione efficace e definitiva". La responsabilità dei ritardi nella conclusione degli attuali cantieri – per queste organizzazioni, da Ance Emilia, a Cna, a Lapam, a Confcooperative, a Legacoop, a Agci Emilia-Romagna, al Collegio Imprenditori Edili, per arrivare Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil Bologna-Nodena-Ferrara – è dovuta anche al "caos normativo e applicativo dello strumento". "Pensando alle conseguenze – riflette Sandro Grisendi, vice presidente Ance Emilia e referente per l’area di Modena – sarà un massacro sociale sia per le imprese che per le famiglie dei lavoratori. La problematica emersa riguardante il superbonus 110% sta assumendo proporzioni molto complesse e i risvolti potrebbero essere devastanti, qualora non ci fosse quella proroga che la filiera ha chiesto con urgenza da tempo e che tutti noi riteniamo debba essere riconosciuta, affinché i lavori relativi al superbonus 110% possano trovare conclusione". C’è da parte delle espressioni del mondo datoriale e dei lavoratori la condivisione del fatto che la stagione del 110% si debba chiudere, ma c’è anche la richiesta contestuale che si apra una riflessione sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti".

A farsi interprete di questa preoccupazione è Rodolfo Ferraro, segretario provinciale Fillea Cgil perché la mancata proroga "rischia di neutralizzare – sostiene Ferraro – quanto di buono poteva fare questo bonus per portare ad una vera transizione ecologica le nostre abitazioni energivore e dava soprattutto tanto lavoro. Quella del Governo è una scelta scellerata che non guarda al futuro e all’ambiente". Una proroga – è convinzione di tutta la filiera – potrebbe consentire di risolvere tutti questi problemi con un "costo contenuto per le casse dello Stato di gran lunga inferiore a quello del caos sociale e economico che si determinerebbe lasciando invariata la scadenza a dicembre".