"Superiori, aprite i laboratori in presenza"

Appello del ’Comitato priorità alla scuola’ alle istituzioni e al provveditore Menabue: "Tutelare il diritto allo studio per tutti"

Migration

Mentre le scuole superiori chiudono con il 100% in didattica a distanza, il comitato ’Priorità alla Scuola’ di Modena scrive ai dirigenti scolastici, presidenti di consiglio d’Istituto el provveditore Silvia Menabue per chiedere "come si intenda procedere coi laboratori in presenza previsti dal Dpcm nelle scuole superiori".

"La chiusura delle scuole nei mesi scorsi – si legge in una nota – ha provocato nei bambini e nei ragazzi regressioni e fenomeni di dealfabetizzazione sia sul piano delle competenze e delle conoscenze sia sul piano delle relazioni sociali. Per questo motivo non è accettabile una nuova chiusura. I costi sociali di una simile scelta sono insostenibili. Un enorme fallimento, di cui la classe dirigente italiana dovrebbe rendere conto di fronte a tutta l’Europa, a tutto il Paese e soprattutto alle giovani generazioni". Ben "consapevole" della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi, il comitato ribadisce che, "per il presente e il futuro del Paese, è essenziale adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute, insieme al diritto all’istruzione".

"Nelle scuole – prosegue il comitato – sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili. Le scuole aperte sono una garanzia contro la dispersione del tracciamento sanitario, oltre che, ovviamente, contro la dispersione e l’abbandono scolastico".

"Non serve chiudere le scuole, bensì si devono potenziare la medicina scolastica e i servizi di trasporto pubblico. Il comitato dichiara la propria contrarietà alla didattica a distanza che ha dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie".

Priorità alla Scuola chiede che le scelte di Governo e Regioni "siano all’altezza di quelle dei principali partner europei: l’Italia deve restare in Europa non solo in termini monetari e finanziari, ma in materia di diritti e di rapporti tra Stato e cittadini e cittadine".

Ecco perché "vogliamo sapere come si organizzeranno le scuole superiori per riportare in presenza la frequenza ai laboratori, prevista dal decreto del 3 novembre.