Tanta Emilia nel disco che parla d’esilio

L’ultimo lavoro del cantautore sassolese Giancarlo Frigieri si chiama Sant’Elena: "I testi scritti prima del lockdown"

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di Doriano Rabotti

Ha aspettato due anni, ma il lockdown non c’entra: anche se ‘Sant’Elena’, la canzone che dà il titolo all’ultimo lavoro discografico del quarantottenne cantautore Giancarlo Frigieri, parla di isolamento, in realtà quasi tutto l’album è stato scritto prima della reclusione forzata.

Sedici canzoni prodotte da Cesare Anceschi per il marchio New Model Label registrate (con Gabriele Riccioni e Lorenzo Iori, copertina del filmaker sassolese Corrado Ravazzini) senza tanti trucchi tecnici al Bunker di Rubiera. Quasi tutte solo con chitarra, voce e armonica, e il solito marchio di fabbrica di Frigieri nei testi: affreschi lucidi fino al cinismo della vita nella provincia padana con echi misti di Tondelli e Carver, per l’attenzione a certi dettagli di anime sfiduciate che forse sono uguali negli Stati Uniti e a Rubiera, dove Frigieri, sassolese del quartiere Ancora, si è trasferito.

Il disco in realtà è molto emiliano, anche se parte dall’ultimo Napoleone: "Mi interessavano il concetto dell’esilio e della megalomania che chi suona porta con sé, fino a rifugiarsi nel locale per cogliere l’essenza delle cose", dice Frigieri.

Di locale ce n’è molto, nelle canzoni. Da Fiorano alle Salse di Nirano, da Marzaglia al curvone di Magreta fino a Cadelbosco, a Luzzara e alla vita nelle fabbriche del distretto ceramico, il microcosmo del disco di Frigieri è popolato di personaggi riconoscibilissimi, tra pescatori e parrucchiere, guidatori di muletti e operai sulla via del licenziamento. Anche se non è autobiografico in senso stretto.

"E’ una cosa che mi capita spesso di spiegare ai concerti – spiega il cantautore – , quando mi chiedono quanto c’è di reale nei miei testi, quante esperienze siano le mie: io spiego che Stephen King mica ha ucciso tutti i personaggi che muoiono nei suoi libri…".

Il lockdown non ha influito, anzi: "Durante quei mesi non riuscivo a scrivere, solo una canzone è nata nel momento in cui ci hanno fatto uscire, le altre le avevo scritte tutte prima", confessa ancora Frigieri.

E chissà quando si potranno cantare dal vivo: "In realtà io lavoro in ceramica, quindi a me l’assenza di concerti toglie solo un hobby, fondamentalmente. E ai miei concerti, in piccoli circoli, il distanziamento sociale c’era già prima… Però capisco che la situazione sia diversa per chi ha basato la sua vita sulla musica e adesso si sta cercando un lavoro".

L’altro cruccio riguarda l’eccessiva libertà di parola sui social: "Io ho cercato in questi mesi di non commentare troppo quello che accadeva, soprattutto per quanto riguarda il Covid. Sarei curioso di sapere come si sentiranno molte persone quando i social riproporranno i loro commenti scritti un anno fa...".