Tari, migliaia di ‘cartelle pazze’ L’errore manda in affanno i postini

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I più sconvolti e a quanto pare irritati pare siano i postini, costretti a recapitare 12mila raccomandate alle famiglie fioranesi a ritmi tayloristici in pochi giorni. Obbligati a suonare i campanelli e chiedere la firma di ciascuno dei destinatari invece che depositare direttamente nella cassetta delle lettere, con risparmio dei tempi che si può immaginare. Ma in fibrillazione stanno andando anche i cittadini preoccupati da una comunicazione così formale e perentoria come la raccomandata che non promette quasi mai niente di buono.

Chissà se sarà una consolazione apprendere che il superlavoro dei portalettere è dovuto a un errore: quella che doveva essere una semplice spedizione del modello di pagamento del saldo Tari per posta ordinaria per un disguido da parte della società che gestisce in appalto il servizio (il Comune fa presente quindi di non avere responsabilità) è stata effettuata per raccomandata, seminando il panico tra le famiglie. Un incidente cui si aggiungono i turbamenti dei cittadini in queste ore in fila negli uffici comunali aperti apposta per dimostrare di aver già pagato l’importo oppure di non essere tenuti a farlo perché non sono più titolari dell’immobile indicato. Il classico caso di cartelle pazze su cui il Comune ha provato subito a correre ai ripari, pubblicando sul sito internet la comunicazione nella quale si scusa e precisa che la consegna è stata «erroneamente effettuata con raccomandata e che non comporta nessun costo aggiuntivo né per il contribuente né per il Comune (la nuova scadenza è il 20 novembre».

Una somma ingente, considerato che per ogni spedizione la spesa è di almeno 5 euro. D’altra parte, il disguido ha anche un risvolto positivo, come spiega il dirigente comunale di riferimento: «Con la raccomandata si riesce a certificare l’avvenuta ricezione del bollettino ai cittadini, mentre negli altri casi non era possibile verificarlo perché purtroppo la consegna della posta ordinaria non sempre avviene. E così a noi risulta che il bollettino non è stato pagato, mentre il cittadino giustamente si arrabbia perché dice di non aver ricevuto nulla».

Gianpaolo Annese