ALBERTO GRECO
Cronaca

Terremoto, tredici anni dopo: "Le ferite sono ancora aperte"

Mirandola, l’ex sindaco Maino Benatti sarà presente alla cerimonia nella scuola media Montanari "Racconterò a ragazzi che ancora non erano nati i momenti di paura, ma anche della rinascita".

Maino Benatti, allora sindaco di Mirandola nei momenti più tragici del terremoto

Maino Benatti, allora sindaco di Mirandola nei momenti più tragici del terremoto

Sono passati tredici anni dalle giornate che furono sconvolte dai terremoti che colpirono l’Emilia, e Mirandola, nel maggio 2012. Oggi, come tutti gli anni, si terrà alle 9 una commemorazione alla scuola media Montanari che, in quei momenti tragici, diventò la casa sicura di tutti i mirandolesi e il luogo dove si pianificò ed ebbe inizio la rinascita della città. Tra gli invitati ci sarà Maino Benatti, allora sindaco della Città dei Pico (2009 – 2019), che ci ha anticipato quale sarà la sua testimonianza. "Mi troverò davanti – scrive Benatti - ragazzi che in quei tragici momenti o erano appena nati o non erano ancora nati. Ragazzi che non vissero né il momento della disperazione e della paura, né il momento del coraggio di quel 2012. Credo indispensabile ricordare con la dovuta attenzione e ufficialità pubblica quel pezzo drammatico e, ad un tempo, esaltante della nostra storia: la tragedia e la rinascita. Tanti i motivi per non dimenticare: per la straordinarietà dell’evento nella storia della nostra comunità. Perché vi furono famiglie che persero loro cari sotto le macerie ed io ho sempre pensato che, prima di tutto per loro, per ciò che avevano subito dovevamo dare risposte veloci, concrete di rinascita. Perché, dopo la paura, il coraggio e la capacità di rialzarsi della nostra comunità (istituzioni, scuole, servizi pubblici, imprese, famiglie, associazioni) furono di esempio allora per il Paese e "domani per chi verrà dopo di noi", così come hanno detto sia Papa Francesco, sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché da quella tragica esperienza è necessario imparare a convivere con il rischio, puntando ad aumentare la sicurezza e a qualificare al meglio tutti gli strumenti di Protezione Civile. Perché le ferite sono ancora manifeste e aperte e dopo 13 anni tanto rimane da fare per ridare vita, bellezza e prospettive al nostro centro storico martoriato e, purtroppo, sempre più in evidente difficoltà. Perché Mirandola, anche oggi, deve ripartire da quello spirito indomito e lungimirante, dalla forza e risolutezza, espresse in quei momenti difficili, per affrontare in modo deciso e intelligente i problemi che deve risolvere oggi. Per questo, nonostante il tempo passi, - conclude Benatti - noi non dobbiamo dimenticare".

Alberto Greco