Sono trascorsi 11 anni esatti oggi dalla seconda grave scossa di terremoto che nel 2012 sconvolse l’Emilia-Romagna abbattendosi col suo carico distruttivo di vite umane, civili, economiche e sociali soprattutto sui comuni dell’Area Nord. La ricostruzione non è certamente terminata, ma da allora è stato compiuto uno straordinario percorso che ha consentito di salvaguardare e, addirittura in molti casi, rilanciare un territorio dimostratosi tenacemente resiliente. A fine anno è prevista la cessazione dello stato d’emergenza e il ruolo di Commissario di Governo per la ricostruzione affidato al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, una scadenza per la quale ci si è preparati con l’istituzione, nel marzo scorso, di un Tavolo tecnico tra Regione e Ministero per la Protezione civile per definire le esigenze economico-finanziarie e normative in vista del superamento definitivo dello stato d’emergenza, fissato al 31 dicembre 2023. Questo consentirà, pur con risorse e procedure dedicate, di proseguire nella normalità e completare quanto resta da fare. Il bilancio di quell’evento fu terribile ed esteso a quattro province emiliane – Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara –, insieme a quelle di Mantova e Rovigo, causando 28 decessi, 300 feriti, 45 mila sfollati e danni per 12,2 miliardi di euro. Un ’cratere’ iniziale che contava 59 Comuni, oggi è ristretto a 15, tra cui tutti quelli della Bassa. "In 45 comuni, infatti – sottolinea Bonaccini – la ricostruzione è terminata, mentre nei rimanenti sta terminando ma servono ancora procedure e risorse specifiche. La ricostruzione privata, abitazioni e attività produttive, è praticamente completata. Ciò che resta da fare riguarda soprattutto quella pubblica e monumentale, edifici spesso vincolati dalle Sovrintendenze".
Abitazioni
Gli edifici completati sono 8.770, per oltre 18.000 abitazioni (prime e seconde case) e 6.200 piccole attività economiche ripristinate rese di nuovo agibili. Il totale dei contributi concessi ammonta a 3,16 miliardi di euro di cui 2,9 già liquidati.
Attività produttive
Per la ricostruzione relativa a industria, agricoltura e commercio, le domande di contributo approvate (al netto di rigetti, rinunce e revoche) sono 3.391, per un totale di 1,9 miliardi di euro concessi (1,7 liquidati). Restano da concludere 243 progetti.
Opere pubbliche e dei beni culturali
Le risorse totali messe in campo ammontano a 1,568 miliardi di euro. In totale, gli interventi sono 1.741, circa la metà sono da concludere.
Centri storici
Per la riqualificazione dei centri storici ricompresi nel perimetro del "cratere ristretto", in aggiunta a 18 milioni di euro erogati dalla Regione nel 2015, sono assegnati agli enti locali 30 milioni di euro per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria.
Edifici religiosi
Dopo il sisma, di 495 chiese danneggiate 325 risultavano inagibili. A oggi sono state stanziate risorse per 382 milioni di euro su 478 edifici (fondi del commissario e cofinanziamenti). Già poche settimane dopo le scosse alle chiese locali vennero realizzati anche 15 edifici provvisori, per una spesa di quasi 6,3 milioni di euro. Ad oggi 353 chiese risultano recuperate e riaperte al culto.
Alberto Greco