«Titti uccisa, ma a noi nessun risarcimento»

Alessandro Olivieri, fratello della donna vittima di femminicidio nel 2012: «Mio nipote di otto anni non vedrà mai quei soldi che gli spettano»

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di Valentina Reggiani

Sono vittime due volte: prima della mano sanguinaria dell’uomo e, subito dopo, del sistema giudiziario. Sono gli orfani di femminicidio: tutti quei bambini a cui un assassino – spesso, purtroppo, il proprio papà – li ha strappati per sempre all’amore della mamma. In occasione della giornata contro la violenza alle donne, il 25 novembre, da più parti e in primis dalle associazioni era stato lanciato un appello urgente al governo affinchè venissero sbloccati al più presto i fondi stanziati per gli orfani di femminicidio, come previsto dalla norma del febbraio 2018. Un tema tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache a seguito del caso delle due sorelline orfane di Marina di Massa, a cui l’Inps ha chiesto oltre 120mila euro. A far sentire la propria voce ora è anche Alessandro Olivieri, fratello di Tiziana, strangolata dal compagno Ivan Forte nel 2012 a Fontana di Rubiera. Alessandro a maggio ha ottenuto, e non senza poche battaglie, l’affido come genitore monoparentale del nipotino, che oggi ha otto anni.

Dalla morte di Titti lei e sua madre vi occupate interamente del minore...

«Nonostante si parli tanto di tutele dello Stato noi non abbiamo mai visto nulla... Attraverso il mio legale Barbara Tassi siamo riusciti ad ottenere il pignoramento dello stipendio percepito da Forte in carcere: 120 euro ed ora stiamo predisponendo la richiesta per ottenere i ‘famosi’ fondi, se mai li sbloccheranno».

A seguito della sentenza di Cassazione che ha confermato per l’assassino 20 anni di carcere è stata disposta una provvisionale per il piccolo, per sua madre Rosella Carlini e per lei...

«Si, una somma superiore a 450mila euro che non vedremo mai. La famiglia di Forte non ha mai tirato fuori un euro... neppure un gioco a Natale. È una questione di principio: gli hanno portato via la mamma, vogliamo che possa almeno costruirsi un futuro. Io, con il mio lavoro di idraulico, faccio come posso. Lo Stato dovrebbe tutelare questi bambini invece non è così».

Lei ha dichiarato di essere stati, in quanto vittime, beffati per la seconda volta dalla giustizia...

«Hanno stabilito un risarcimento, in particolare per mio nipote, sul quale non potrà mai contare. Prima ancora Forte, reo confesso del delitto di mia sorella, era stato scarcerato per un errore giudiziario, con la conseguente decorrenza dei termini di custodia cautelare. Se questa è giustizia...»