Topo morto al Policlinico di Modena: la verità nei video. Si batte la pista no vax

La Procura inserisce l’episodio nel fascicolo aperto a carico dei negazionisti. Un altro fronte di inchiesta riguarda possibili ritorsioni interne

Mensa in ospedale (immagine d'archivio)

Mensa in ospedale (immagine d'archivio)

Modena, 15 settembre 2021 - Un sabotaggio o una vendetta? Ha comunque l’aspetto della ritorsione quel topo morto trovato sulla plastica protettiva di un pasto destinato a un paziente di medicina oncologica del Policlinico di Modena. Un gesto doloso e che puntava ad un obiettivo al momento sconosciuto. L’episodio si è verificato lo scorso 9 settembre e ora la procura modenese vuole vederci chiaro. La notizia di reato è stata acquisita nell’ambito di un fascicolo già aperto e relativo ai continui blitz dei no vax e no green pass nel nosocomio modenese.

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Incursioni che hanno comportato l’interruzione di pubblico servizio e contestazioni anche di altri reati. Tutte le ipotesi sono aperte: il gesto potrebbe essere riconducibile agli ambienti negazionisti, ma anche a tensioni interne scaturite dal mancato rinnovo di un subappalto. La Digos modenese indaga quindi su due piste: quella relativa ai gruppi di negazionisti particolarmente attivi anche a Modena e che da tempo tentano di sabotare le istituzioni o tutti gli esercizi pubblici che si avvalgono del green pass, ma anche quella relativa a dissapori interni. A comunicare la notizia è stata la stessa azienda ospedaliero-universitaria di Modena che ha spiegato come la scoperta del ratto morto sia avvenuta proprio durante la distribuzione del pasto al paziente. Molte risposte arriveranno dall’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza. "Un fatto gravissimo. L’azienda è impegnata nell’accertamento delle responsabilità e nell’adozione di tutte le azioni conseguenti anche di natura legale, senza escludere alcuna ipotesi rispetto a quanto accaduto– afferma il direttore generale Claudio Vagnini. 

"Questo episodio, di cui ci scusiamo, è inaccettabile e non corrisponde ai criteri di cura, attenzione e sicurezza che l’azienda da sempre assicura tramite i suoi professionisti e che pretende dai propri fornitori. Da una prima ricostruzione dei fatti non si è trattato di un problema nella preparazione dei pasti bensì di una criticità legata alla verifica del carrello termo-refrigerato prima dell’allestimento dei vassoi e al controllo del vassoio prima della consegna al degente. Ogni procedura è stata sottoposta a ulteriore verifica affinché una cosa simile non debba ripetersi mai più".

Le indagini della Digos, coordinate dalla procura modenese si concentrano quindi su un eventuale soggetto (o gruppo di soggetti) che hanno avuto accesso ai locali nelle ore precedenti la consegna dei pasti. Per quanto riguarda la pista ‘tensioni interne’, a novembre scadrà il subappalto di Cir in capo ad una delle ditte fornitrici di beni e servizi. Subentrerà una altoatesina. Il subappalto riguarda in realtà solo la parte delle pulizie ma alcuni degli operatori svolgono entrambe le funzioni: ovvero distribuzione pasti ai pazienti e servizio pulizie. Il timore di perdere il posto di lavoro, quindi, nel corso del ‘passaggio’ tra le due aziende avrebbe generato tensioni.

"Sulla dispensazione pasti non vi è stato il cambio di appalto ma vi è stato in quello per le pulizie e ci sono operatori che sono coinvolti in entrambi i servizi", conferma Alessandro Santini della Filcams Cgil. Intanto Cirfood fornisce il proprio contributo alle indagini, specificando come l’azienda sia incaricata della sola preparazione dei pasti presso la cucina della struttura ospedaliera, mentre le restanti attività siano gestite da altri operatori, in un contesto di Global Service. "L’episodio sopra ricordato non ha alcun collegamento con la preparazione e il confezionamento dei pasti e la visita ispettiva da parte dell’Igiene Pubblica, effettuata a seguito dell’accaduto, ha certificato la totale assenza di irregolarità in questo processo".