"Tortellante, la terapia tra i fornelli funziona" Ora lo confermano le riviste scientifiche

Condotti test su partecipanti e caregivers: l’attività porta ad un miglioramento delle abilità quotidiane per chi è affetto da autismo

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di Luca Bonacini

Ogni giorno i ragazzi del Tortellante compiono un passo avanti verso la rivoluzione tranquilla. E’ un laboratorio unico al mondo quello di via Vincenzo Borelli, dove si tira la pasta sulla spianatoia generando buonissimi tortellini, mentre nascono progetti che hanno a cuore la dignità dell’uomo. Nel 2016 i primi passi, poi quello che era un progetto pilota che si rivolge ai ragazzi autistici, nei due anni successivi si è consolidato grazie al fondatore Massimo Bottura, ai genitori, alle nonne, ai volontari, ai partner, incrociando i requisiti specifici dell’autismo con la preparazione della pasta fresca fatta a mano. Nel frattempo si rafforzavano le relazioni con le istituzioni, le famiglie, i sostenitori, i media, si costituisce l’Associazione di Promozione Sociale e si inaugura la nuova sede nell’ex Mercato Ortofrutticolo in via Borelli.

Non solo una terapia abilitativa e formativa, ma anche una concreta opportunità di occupazione per i ragazzi e una prospettiva per guardare con ottimismo al futuro e per lasciare loro un sentiero tracciato da percorrere quando i genitori non ci saranno più. E ora uno studio scientifico che ha avuto come oggetto il progetto Tortellante di Modena, pubblicato dalla rivista “Research in developmental disabilites” edita dalla prestigiosa casa editrice scientifica olandese Elsevier, conferma per la prima volta che lavorare in cucina è terapeutico per i giovani con autismo. La ricerca presentata ieri presso la Sala G. Ulivi dell’Istituto Storico di Modena, è il risultato dei test svolti dal 2018 al 2020 su 20 partecipanti tra i 16 e i 30 anni e somministrati anche ai caregivers, ha dimostrato un miglioramento significativo nelle abilità di vita quotidiana. Lo studio pubblicato ha valutato l’impatto sui partecipanti del Tortellante misurando l’andamento sintomatologico dei comportamenti adattivi e delle abilità sociali, attraverso test effettuati a inizio progetto e dopo tre anni, dimostrando un miglioramento significativo delle prestazioni, diventando una strada alternativa alle attività attualmente impiegate negli autistici in età adulta. Erano presenti Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna, Eugenio Comincini, Senatore della Repubblica, primo firmatario del disegno di legge n.1618 sulle start-up sociali per persone con autismo, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, Carlo Adolfo Porro, Rettore Università, Giuseppe Plazzi, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, Professore Ordinario Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neurali presso UniMoRe, Fabrizio Starace, Direttore Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche AUSL Modena, Presidente Società italiana di Epidemiologia Psichiatrica, Franco Nardocci, Servizio di Coordinamento e Supporto alla Ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità, Consulente scientifico delle associazioni Aut Aut Modena e Il Tortellante e Andrea Lipparini, Coordinamento Provinciale Autismo Modena. Introduceva Erika Coppelli, Presidente associazione Il Tortellante. Si tratta del primo studio del genere in campo internazionale – che in forza di una equipe multidisciplinare composta da ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia coordinata dal prof. Giuseppe Plazzi, che hanno lavorato in team con lo staff scientifico del Tortellante e la supervisione dell’Azienda USL di Modena – certifica come l’incidenza delle attività lavorative in campo gastronomico portino a un sensibile miglioramento della qualità della vita nei giovani con autismo.