GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Tossicodipendenza, il centro diurno. Nuovo servizio alla Sacca, proteste: "I cittadini non sono stati informati"

Il Comune annuncia la sperimentazione da lunedì di una struttura per "chi nella zona vive ai margini". Residenti in apprensione: "Si troverà vicino alle scuole e agli esercizi commerciali. Dov’è il rispetto?"

Camillo Po

Camillo Po

Modena, 14 marzo 2025 – Un centro diurno per offrire un’alternativa alla strada in via Giulio Benassi. Da lunedì il Comune annuncia la sperimentazione di un nuovo servizio "per rispondere a problematiche correlate alla tossicodipendenza nei quartieri Sacca e Crocetta". Si tratta del progetto Drop-In nato dall’esperienza che da anni conduce su quel territorio l’unità mobile che incontra in strada le persone con problemi. "L’obiettivo è conciliare una risposta adeguata, integrativa e diversa ai bisogni individuali delle persone che hanno questo tipo di problema" con quelli di vivibilità e sicurezza dei residenti in zona.

Il servizio, gestito dal Ceis di Modena, si rivolge a persone con problemi di tossicodipendenza o di alcol "che stazionano nel quartiere e che vivono una situazione di marginalità ed esclusione sociale che può generare comportamenti devianti". L’intento è fornire "un’alternativa a ritmi, stili di vita, rischi sanitari e sociali della vita in strada, attraverso l’erogazione di servizi primari e il contenimento dei comportamenti devianti". La struttura, a cui si accede dal parcheggio accanto al comando dei carabinieri di fronte a Porta Nord, "è videosorvegliata da otto telecamere esterne per monitorare gli accessi e garantire la sicurezza della struttura stessa e del vicinato". Nel Centro, specificano dal Comune, "non saranno somministrati farmaci", non si tratta dunque di un SerT.

L’apertura del centro diurno mette in apprensione il quartiere. "Come da tradizione non siamo stati pre informati della decisione. Sono questi i servizi alla cittadinanza che vi siete impegnati a perpetuare attraverso la stangata fiscale?", attaccano Sergio Meschiari e Camillo Po del comitato Pro Sacca.

Il timore è legato alla "particolare tipologia di frequentatori di questi appositi centri che, stante la condizione di tossicodipendenza, vive spesso di espedienti: piccoli furti, colletta, eccetera". Il comitato sferza la giunta su due punti: il primo "riguarda la perdurante, annosa, mancanza di rispetto verso la locale cittadinanza rappresentata dal continuare la vecchia tradizione di riempire il territorio Sacca di funzioni problematiche. Ciò senza al contempo immettere nel territorio sani, verdi e belli luoghi di svago, socializzazione, integrazione ed inclusione".

L’altro nodo è: "È per caso a conoscenza codesta giunta che ad un passo di pedone dal costituendo centro ve ne è un altro attivo da anni e molto frequentato, anch’esso educativo... ma dell’infanzia maschile e femminile? Ne fosse stata a conoscenza, si dovrebbe dedurre di trattarsi di una decisione irresponsabile e totalmente da biasimare". Il nuovo centro, proseguono Meschiari e Po, "sarà prossimo ad edifici di civile abitazione, esercizi commerciali, servizi vari ed al loro via vai soprattutto pedonale. Poco più che ad un passo c’è un nuovo supermercato, la Casa della salute e la porta di ingresso Nord della stazione ferroviaria. La Sacca non è la riserva di scarico dei problemi di altre parti della città".