"Tredici gemme per i miei sessant’anni"

Paolo Belli si regala un nuovo album con i brani che per lui hanno avuto un significato speciale: "Il disco più bello della mia vita"

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di Maria Silvia Cabri

‘La musica che ci gira intorno’ è il titolo del nuovo album del musicista carpigiano Paolo Belli, che esce dopo nove anni da ‘Sangue Blues’. Un ritorno in grande stile per l’artista che si è "voluto fare un super regalo" per festeggiare i suoi 60 anni. Il disco contiene 13 canzoni di successo del panorama italiano in un arco temporale che va dalla fine degli anni Sessanta alla metà degli anni Novanta.

Come nasce il titolo?

"Un tributo ad uno dei miei maestri, Ivano Fossati e alla sua ‘La musica che gira intorno’. Ma visto che si tratta di un omaggio ai miei tanti punti di riferimento, ho aggiunto il pronome ‘ci’, perché è la musica che ‘gira intorno’ a me, ai miei musicisti e anche ai miei ascoltatori".

Quale genesi ha il disco?

"Durante il lockdown per mantenere sempre il contatto con i miei ragazzi, davo dei ‘compiti a casa’: ad esempio scrivevo un arrangiamento e ‘domani vi interrogo per vedere come lo avete realizzato’. Una volta usciti dal lockdown, ho capito che per noi che facciamo musica i social sono molto importanti, ma la cosa più essenziale era la condivisione, lo stare insieme. Così ho convocato tutti in studio e abbiamo iniziato a registrare l’album".

Un omaggio alla musica…

"Tutti i 13 brani, eseguiti con la Big Band (composta da sedici elementi), hanno un suono riconducibile al mio stile, tra swing, jazz e latin. Ho voluto rendere onore alla musica in stile ‘grande orchestra’ suonando questi pezzi come non ci si deve dimenticare di fare, nonostante io sia un amante delle nuove tendenze e del modo di eseguirle. E sono contento di aver fatto esercitare la propria arte a dei super musicisti che collaborano con me da 30 anni".

Lo ha definito un regalo per i suoi sessant’anni

"Si è il regalo più bello che io potessi farmi: se non lo faccio adesso quando? Grazie al mio gruppo e a qualcuno che dall’alto ha deciso che la cosa potesse essere fatta, questo disco è uscito, il più bello della mia vita e ne sono molto orgoglioso". Come ha scelto i brani?

"Ne abbiamo registrato almeno 30. Ci sono anche delle scelte personali: Vasco che mi ha permesso di stare con lui in tour per due anni; Dalla col quale ho condiviso lo studio a Bologna; Fossati da cui ho imparato l’importanza dei testi; e non poteva mancare Enzo Jannacci. In questo album c’è la mia vita non solo artistica ma anche umana". Ci sono anche partecipazioni importanti…

"Anche in questo caso io non ho chiesto nulla ma tutto è avvenuto in maniera estremamente spontanea. L’album vede infatti la partecipazione del polistrumentista cubano Juan Carlos Albelo Zamora, dell’attore Stefano Fresi e Arisa".

Tra questi 13 brani ce ne è uno che la emozione in modo particolare?

"Dovendo scegliere opto per ‘L’anno che verrà’ di Lucio Dalla. Ho cantato questa canzone la prima volta dopo la scomparsa di Fabrizio Frizzi persona che mi ha insegnato tanto professionalmente e umanamente. Ogni volta che cercavo di cantarla in televisione non riuscivo a finirla per la commozione, e proseguiva il coro. Adesso ho sentito che era il momento di cantarla tutta da solo".

L’album inizia con ‘L’Italiano’ di Toto Cotugno

"Durante il lockdown mi sono ricordato della prima volta in cui ho incontrato Jannacci che mi portò al compleanno di Toto Cotugno dove c’erano tanti musicisti come Tullio De Piscopo e Rino Zurzolo"...