Tredici secoli sul touch screen

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In occasione della giornata Musei e Monasteri aperti, promossa da Apt Servizi Regione Emilia-Romagna, domenica nella basilica nonantolana è stato presentato il progetto ‘Per una visita digitale. Nuovi strumenti al servizio dei visitatori’. All’interno della chiesa un grande monitor touch screen accoglierà il visitatore e fornirà informazioni sulla basilica, le opere d’arte custodite, i codici, le pergamene più celebri e le opere del tesoro conservate nell’adiacente museo.

L’obiettivo è permettere a chi non utilizza una guida di poter ugualmente ricevere, attraverso questi dispositivi, un orientamento sul patrimonio ed essere incuriosito per una visita più approfondita del complesso. Accanto al monitor touch, è stato ripensato anche il più tradizionale apparato informativo arricchito da nuove e più complete didascalie per le opere d’arte, per agevolare una lettura iconografica e spirituale dei soggetti raffigurati. Altra novità: il porticato sul lato sud, parte superstite dell’ex chiostro del monastero benedettino, è stato riallestito con pannelli che inquadrano l’abbazia nella sua millenaria storia, raccontando cosa è stata e cosa è oggi, accanto ad una cronologia essenziale del suo sviluppo lungo ormai tredici secoli. I relatori, don Alberto Zironi, priore del Capitolo Abbaziale, Marco Stucchi, curatore del progetto digitale e Jacopo Ferrari, curatore del Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra, hanno voluto rimarcare come le proposte culturali oggi non possono rinunciare ad una efficace comunicazione che utilizzi i media digitali e gli strumenti più innovativi. La tecnologia digitale, è messa al servizio del patrimonio culturale per creare nuove esperienze di apprendimento, offrire nuovi spunti di riflessione, fornire nuove forme di interpretazione. L’obbiettivo è quello di fornire una chiave di lettura innovativa, non convenzionale, che al tempo stesso possa arrivare a chi non possiede conoscenze specifiche. Con questo spirito l’abbazia di Nonantola ed il Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra hanno cominciato un nuovo percorso di divulgazione che accompagni, fedeli, pellegrini e turisti per una maggiore comprensione del luogo e nella scoperta dei tesori che esso racchiude gelosamente da 1300 anni.

Particolarmente soddisfatto il parroco don Alberto Zironi e i suoi collaboratori, sicuri che ora i visitatori potranno ’leggere’ in maniera più sicura ed esaustiva i simboli sacri e le opere d’arte contenuti nell’Abbazia definita dal sindaco Nannetti il 16 settembre 2018, giorno dell’inaugurazione, dopo i restauri dei danni causati dal terremoto, ‘il bene più prezioso’. Un giorno importante che riconsegnò alla comunità un esempio tangibile di fede, storia, arte e cultura: un mix che da secoli contraddistingue l’antico monumento benedettino risalente all’XI secolo.

I moderni ’navigatori’ potranno così scoprire ancora meglio: la chiesa e l’attiguo monastero, le reliquie di Santi e Papi, il portale di scuola wiligelmica, i resti dell’importante patrimonio librario e pergamenaceo, il tesoro custodito nel museo sorto nel fabbricato che fu, prima importante Monastero e poi Seminario. È proprio in questo ambito, che il supporto digitale mette in evidenza il ruolo svolto dal monastero benedettino nell’elaborazione della scrittura e del linguaggio pittorico che decorano gli antichi codici pergamenacei presenti in loco. Tra i diversi reperti presenti nella guida digitale: l’affresco quattrocentesco con ’Crocifissione, Annunciazione e Santi’, il monumento al vescovo abate Natale Bruni, opera di Giuseppe Graziosi; l’altare maggiore e dei rilievi di Silla de’ Longhi; il fonte battesimale, la splendida cripta, una delle più vaste d’Italia e i bellissimi capitelli quattrocenteschi posti sulle colonne.