Tumore alla base cranica, Modena fa scuola nel mondo

Realizzato un manuale tecnico destinato a tutti i professionisti

Un manuale unico al mondo, nel quale vengono spiegati nuovi approcci per curare il tumore alla base cranica laterale e anteriore. È frutto di un’esperienza chirurgica unica, svolta in quindici anni all’interno delle sale chirurgiche del Policlinico di Modena. Per dare l’idea dell’importanza che rappresenta sul piano dell’innovazione in medicina il volume ‘Endoscopic Lateral Skull Base Surgey’ delle edizioni Thieme, basta ricordare che è già stato adottato in diverse università americane, tra cui la Harvard a Boston, la Monsey di New York e la University of Texas di Dallas, e che nelle prossime settimane verrà presentato a Dubai, a Sydney e a Philadelphia. "Abbiamo compiuto un passo in avanti rispetto agli studi e alle pratiche finora conosciute – spiega l’autore Daniele Marchioni, direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena – ed è quello di andare a codificare dei nuovi approcci endoscopici attraverso il condotto uditivo esterno che precedentemente erano impensabili. Questo ha determinato una possibilità ulteriore di chirurgia della base cranica che comporta una mini invasività impensabile prima".

Ogni anno a Modena vengono eseguiti tra i 150 e i 200 interventi per il trattamento del neurinoma del nervo acustico, un tumore che cresce in un’area dove convogliano nervi facciali molto delicati, come quelli necessari per deglutire e per parlare, oltre alla carotide e la giugulare interne. La sfida, attraverso la tecnica messa a punto da Marchioni assieme a Livio Presutti ora direttore Otorinolaringoiatria dell’Aou di Bologna, è quella di entrare in quest’area e andare a rimuovere le lesioni provocate dal tumore che fino a qualche anno fa non potevano essere trattate e provocavano la morte del paziente. Ancora una volta, anche attraverso questo volume, si valorizza il lavoro di coordinamento di "diversi approcci combinati di estrema complessità" realizzati dai medici di diverse aree del Policlinico e messe a punto anche all’ospedale di Verona.

p.t.