Tumori e cure palliative precoci. "Grande beneficio"

Oncologia, secondo una prestigiosa ricerca "sono percepite da pazienti e caregiver come un elemento qualitativo molto importante"

Il professor Mario Luppi di Unimore, direttore struttura complessa di Ematologia

Il professor Mario Luppi di Unimore, direttore struttura complessa di Ematologia

Modena, 23 novembre 2021 - Le cure palliative precoci e simultanee inducono benefici sui pazienti oncologici. Nuove conferme arrivano da uno studio di un gruppo di professionisti di Ausl, Azienda ospedaliero-universitaria, Unimore ed esperti internazionali del settore, che hanno visto pubblicata la loro analisi sulla rivista "The Oncologist".

Lo studio ha valutato quantitativamente e qualitativamente il modello delle cure palliative precoci adottato a Modena attraverso interviste a 77 pazienti e 48 caregiver seguiti dall’ambulatorio Terapie di supporto medicina oncologica Area Nord dell’Ausl, attivo dal 2011 e di cui è responsabile la dottoressa Elena Bandieri.

Agli intervistati sono state poste domande riferite a momenti diversi del loro percorso terapeutico (il passato, prima delle cure palliative precoci; il presente, durante le cure palliative precoci; il futuro, per come se lo immaginano nel loro percorso di cure palliative precoci) e su ciò che ritenevano più rilevante in quel contesto. «L’analisi qualitativa – spiega la dottoressa Bandieri - ha permesso di identificare l’organizzazione sottostante i benefici del modello e si è basata sui contenuti delle interviste.

L’analisi quantitativa, invece, ha permesso di confermare quanto emerso dall’analisi qualitativa". Lo studio si è avvalso dell’apporto, oltre che della dottoressa Bandieri, del dottor Fabrizio Artioli, direttore struttura complessa di Medicina Oncologica Area nord, del professor Carlo Adolfo Porro, rettore di Unimore, e del professor Mario Luppi di Unimore, direttore struttura complessa Ematologia del Policlinico. Inoltre, hanno collaborato il professor Eduardo Bruera dell’Anderson Cancer Center di Houston, Texas (USA), e la professoressa Camilla Zimmermann dell’Università di Toronto (Canada), esperta della comunicazione medico-paziente. Questo studio segue una precedente ricerca del 2015 sul trattamento del dolore oncologico moderato pubblicata sul "Journal Of Clinical Oncology", divenuto per il suo apprezzamento da parte della comunità scientifica un nuovo paradigma nelle guide internazionali sulla gestione del dolore.

"Serve – conclude il dottor Artioli - un cambiamento culturale nella comunicazione medico-paziente in campo oncologico e questi studi vanno proprio in questa direzione, poiché confermano come l’approccio delle cure palliative precoci venga percepito da pazienti e caregiver come un elemento qualitativo molto importante".

In ambito universitario da qualche tempo si sta tentando di applicare un approccio di cure palliative anche a pazienti affetti da neoplasie ematologiche. "Il modello delle cure palliative precoci in ematologia è ancora negletto nel nostro paese - dice il professor Luppi - ma da anni, il professor Leonardo Potenza e colleghi nel nostro gruppo del Policlinico stanno implementando tale intervento per pazienti affetti da neoplasie ematologiche, con speciale riferimento ai pazienti con leucemia acuta".