Modena, 7 dicembre 2024 – Hanno sfilato altri testimoni citati dalla Procura, nel processo per la morte di Nunzia Colurciello, la 24enne venuta a mancare nel salotto dell’abitazione di un’amica, a Guastalla, la notte del 24 ottobre 2018, dopo una serata in un locale di Modena. Dall’autopsia emerse che la giovane fu stroncata da un mix di droghe che, secondo l’accusa, le furono somministrate già nel pomeriggio: cocaina e Mdma per ’caricarla’ prima dell’ingresso in discoteca.
Riavvolgendo il nastro, nel maggio 2023 patteggiarono la pena due dei tre imputati, accusati di spaccio e di morte come conseguenza di altro reato: 3 anni e mezzo per un 43enne di Castel d’Ario (Mn) e 2 anni, convertiti in lavori di pubblica utilità, per un 52enne di Pomponesco (Mn).
Una 48enne di Guastalla, assistita dall’avvocato Alessio Barboni, ha invece deciso di difendersi nel rito ordinario, in corso davanti al giudice Michela Caputo: la donna è accusata di cessione di Mdma alla ventiquattrenne scomparsa.
I genitori della ragazza morta si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Berenice Candela e Gianluca Cancelliere.
Ieri sono stati ascoltati, tra gli altri, un uomo e una donna che trascorsero la serata in discoteca con Nunzia: hanno riferito che lei stava soprattutto per conto proprio, in giro nel locale, e che non stettero sempre in compagnia al tavolo da loro prenotato.
L’uomo, colui che guidò l’auto, disse che dopo la serata nel locale si fermarono in un bar a comprare bottiglie di alcolici e tramezzini e che lei assunse vodka. Ma nessuno di loro ha detto di averla notata consumare droga.
Parola anche alla coinquilina di Nunzia nella casa mantovana: ha detto che sapeva che quella sera sarebbe andata in discoteca e che non l’ha mai vista assumere stupefacenti davanti a lei.
È stato sentito, poi, il medico legale: ha riferito che quando si manifesta la crisi da abuso di droga, con sintomi come blocco facciale e stato catatonico, è arduo poter salvare la vita anche in ospedale.
E prima si può manifestare solo una reattività emotiva che può anche non essere colta come problematica. A detta del medico, quando Colurciello, a casa con gli amici, ebbe i sintomi più pesanti, "anche una volata al vicino pronto soccorso sarebbe potuta essere purtroppo insufficiente".
Nella prossima udienza saranno sentiti, tra gli altri, anche coloro che hanno patteggiato la pena, oltre a testimoni del pm, di parte civile e anche l’imputata.