MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Uccisa dall’ex, due anni senza Sandra: "Era generosa, la difenderò sempre. Nelle scuole per educare al rispetto"

La cugina della 56enne Matteuzzi, presa a martellate: "Quell’ultimo messaggio rimasto senza risposta"

Uccisa dall’ex, due anni senza Sandra: "Era generosa, la difenderò sempre. Nelle scuole per educare al rispetto"

Sonia Bartolini (a sinistra) insieme alla cugina Alessandra Matteuzzi, originaria di Pavullo

"Ti chiamerò" sono le parole dell’ultimo messaggio inviato da Alessandra Matteuzzi alla cugina, l’avvocato pavullese Sonia Bartolini, una settimana prima che la 56enne bolognese – legata all’appennino modenese dove passava le estati durante l’infanzia – venisse massacrata il 23 agosto 2022 dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, oggi ventottenne, con martellate, calci, pugni e colpi di panchina sotto casa di lei in via dell’Arcoveggio. Sette giorni dopo quel messaggio, Alessandra è stata uccisa.

Sonia, dopo passati due anni dalla morte di Alessandra. Che sentimenti prova?

"In quell’ultimo messaggio le avevo chiesto se andasse tutto bene. ‘Ti risponderò’, la sua risposta, ma non ha più fatto in tempo a chiamarmi. L’orco l’ha uccisa".

Che ricordi ha di sua cugina? "Alessandra era una donna forte, coraggiosa e molto, davvero molto, generosa. Ha dedicato gli ultimi anni a prendersi cura della mamma malata di Alzheimer (scomparsa lo scorso 9 maggio, ndr), accudendola prima a casa sua e poi, quando l’assistenza domiciliare non era più possibile, in una apposita struttura. Era molto fragile Alessandra, vulnerabile, per il momento delicato che stava vivendo, e questo ha permesso a quell’uomo di intercettarla".

Intende che in altre condizioni non lo avrebbe considerato? "Certo. Alessandra era troppo intelligente e forte per non comprendere che razza di uomo si trovava davanti. In condizioni ‘normali’, e non così vulnerabile, non avrebbe mai permesso all’orco di avvicinarsi a lei. Mai". La Corte di Assise di Bologna si è pronunciata contro Giovanni Padovani.

"La Corte ha deciso: ergastolo e in più ha riconosciuto per l’ex giocatore anche tutte le aggravanti contestate: premeditazione, futili motivi, legame affettivo e stalking. Ora attendiamo l’appello, che inizierà l’11 novembre, primo anniversario della morte di Giulia Cecchettin, un’altra vittima di femminicidio".

Domani è previsto a Bologna un evento in memoria di Alessandra: lei sarà presente?

"Farò di tutto per esserci, anche se purtroppo in questo momento ho un familiare che non sta bene. Ma farò l’impossibile per essere presente, per lei".

La sorella Stefania, sua altra cugina, ha denunciato gli ‘odiatori del web’, che nel corso del tempo hanno insultato la memoria di Alessandra sui social (nove di loro a ottobre andranno a processo per diffamazione aggravata) e c’è chi continua a gettare fango sulla vittima di femminicidio. Lei, anche come avvocato, come si spiega questo accanimento?

"Concordo con il procedimento avviato dalla famiglia e auspico che ci sia una condanna per questi haters, fomentatori d’odio, che non si fermano neanche a fronte del massacro di una donna e che neppure conoscevano mia cugina. Ma la pagheranno. Reputo siano specchio di una società degradata, al crollo. Sarebbe anche necessario un maggiore controllo da parte dei sistemi informatici che purtroppo ancora non hanno individuato come fermarli". Cosa reputa essenziale?

"La prevenzione, l’educazione e la formazione partendo dalle scuole. Io, già prima della morte di Alessandra, facevo parte come volontaria del gruppo ‘Donne e Giustizia’, nell’ambito della ‘Casa delle donne’: andiamo nelle scuole dei comuni del Frignano per fare conoscere ai ragazzi, ma anche alle ragazze, quello che deve essere il rispetto di genere, al fine, si spera, di frenare il proliferare di questa violenza".