VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Uccisa, violenze già mesi prima: "Lui la minacciò con un coltello. Ma Daniela non voleva denunciare"

Alcune confidenze ai colleghi: a Natale riferì di una notte da incubo ma era sicura di poter ’recuperare’ Peter. Il dolore del titolare della Sce dove lavorava la 48enne: "Ricorderemo sempre il suo sorriso"

Daniela Coman, 48 anni. Nel riquadro Peter Pancaldi, 45

Daniela Coman, 48 anni. Nel riquadro Peter Pancaldi, 45

Modena, 23 maggio 2025 – La sequestrò per una intera notte puntandole il coltello alla gola. "So che posso recuperarlo, davanti alle forze dell’ordine negherei" aveva detto a chi, in passato, tentava di allontanarla da lui. Quell’amore e senso di protezione nei confronti del compagno veniva prima di tutto. Prima anche di se stessa.

L’aveva minacciata di morte, pare secondo confidenze fatte ai colleghi, già qualche mese prima di ucciderla e forse quell’episodio, preludio dell’agghiacciante delitto, non era isolato.

E’ quanto emerge ora dopo il femminicidio di Daniela Coman, la sassolese 48enne uccisa dall’oramai ex compagno 45enne Peter Pancaldi (che aveva lasciato da pochi giorni) nella casa dell’uomo, a Prato di Correggio.

Il gip Matteo Gambarati ha disposto lunedì la custodia cautelare in carcere per l’indagato che ha confessato il delitto.

A ricordare con immenso affetto Daniela è il titolare della ditta per cui lavorava, Ormes Corradini a capo della Sce.

"L’accoglienza è il biglietto da visita di una azienda ed in molti anni alla reception ha lasciato in tantissimi l’impronta della sua personalità. Coloro che dall’esterno entravano in Sce passavano prima dal suo sorriso, dalla sua spontaneità – ricorda –. E’ un dolore enorme quello che proviamo; è stata per vent’anni con noi".

In azienda a volte capitava che si sfogasse, in particolare c’era questo precedente violento di cui aveva fatto menzione con altri dipendenti a Natale scorso.

Pare che fosse stata tenuta sotto minaccia da Pancaldi per una notte intera con un coltello alla gola: questo è quanto era trapelato in azienda e per questo i colleghi stavano sull’attenti. "Quel giorno, quello in cui è stata trovata – dice il titolare –, ero rientrato di corsa proprio perchè non si vedeva arrivare in ufficio".

La vittima diceva sempre che sarebbe riuscita a ‘recuperare’ Peter, che avrebbe negato tutto se qualcuno avesse chiamato le forze dell’ordine poiché sapeva di potercela fare.

"Per noi; per tutti noi – dice il titolare – il suo omicidio è stato un disastro; abbiamo perso una persona a cui eravamo legatissimi. Quando è arrivata in azienda Daniela sapeva si e no l’Italiano: l’abbiamo formata, le abbiamo insegnato la lingua, ad utilizzare i pc ed era una grande collaboratrice, una bellissima presenza. Tutti quelli che vengono in azienda si ricordano di Daniela, del suo sorriso quando entravano dalla porta.

Il ruolo di centralinista è fondamentale: è addetto all’accettazione delle persone, è il biglietto da visita dell’azienda stessa e lei era meravigliosa.

Per tutti – lo ripeto – è un dolore atroce così come il pensiero del suo piccolo rimasto orfano della mamma, a cui ci stringiamo".

Dovrebbe essere concesso tra lunedì e martedì il nulla osta per i funerali di Daniela Coman.

Secondo le volontà dei familiari, i funerali dovrebbero svolgersi con una cerimonia religiosa nella cappella del cimitero di Sassuolo, con sepoltura nello stesso camposanto. Intanto, nelle scorse ore in Italia è arrivata la madre della vittima, partita dalla Romania non appena è stata informata di quanto accaduto alla figlia. Nel frattempo il pm Valentina Salvi, che coordina le indagini, ha disposto un accertamento tecnico irripetibile avente a oggetto la copia forense dei telefoni sequestrati, previsto per oggi.