
Lorenzo Carbone, il 51enne a processo per l’omicidio dell’anziana madre
Fiorano (Modena), 21 giugno 2025 – Ha ripercorso in aula le fasi dell’omicidio: l’anziana donna soffocata dal figlio con i nastrini di una federa, la successiva fuga e il ritorno a casa, con la confessione in diretta tv. Dopo di che, nel riconoscere il disagio di tipo psichiatrico che ha influito sulla capacità di intendere e volere dell’imputato, riconoscendo la prevalenza delle attenuanti sull’aggravante ha chiesto una condanna a 14 anni di carcere.
E’ questa la richiesta avanzata ieri in aula dal pubblico ministero Giuseppe Amara nei confronti di Lorenzo Carbone, il 51enne di Fiorano a processo per l’omicidio dell’anziana madre 80enne Loretta Levrini. Il delitto avvenne a Spezzano il 22 settembre dello scorso anno. Ieri mattina l’imputato era presente in aula e attualmente si trova ai domiciliari in una casa di cura. Ieri, davanti alla corte d’Assise, presieduta dal dottor Mazza ha quindi preso parola la difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro.
I legali hanno fatto presente come madre e figlio fossero legatissimi e come, fino alla morte del padre, fosse stata sempre la donna a prendersi cura del figlio. I ruoli, poi, all’insorgere di patologie legate all’anzianità della donna, si erano inevitabilmente ribaltati. "Non è la semplice decisione su un caso di omicidio. L’indagine e la decisione che viene oggi richiesta non attiene a individuare un responsabile, lo avete già, quanto piuttosto a comprendere chi era Lorenzo prima di quel tragico 22 settembre 2024.
La difesa ha sottolineato come, solo a seguito dell’omicidio si sia pervenuti ad una diagnosi di autismo mai riconosciuta fino a quel momento, spiegando come l’imputato si fosse trovato all’improvviso costretto a prendersi cura della mamma malata. "Tutte attività a cui Lorenzo non era affatto pronto: basti pensare come nella struttura in cui si trova oggi c’è chi provvede alla sua di igiene".
Nessuna pianificazione del delitto – secondo la difesa - ma piuttosto l’omicidio come unica via d’uscita ad una condizione di disorganizzazione psichica, già presente in Lorenzo e sempre più accentuata con l’incedere della malattia della madre". Il vizio parziale di mente è stato riconosciuto dalle perizie: disturbo dello spettro autistico, disturbo schizoide di personalità, lieve ritardo mentale. I legali, nell’avanzare la propria richiesta, hanno fatto presente come, qualora la corte decidesse di condannare l’imputato, dovrà avere ben chiaro che "tanto più alta sarà la pena quanto più elevate saranno le probabilità che si riaprano le porte del carcere per Lorenzo".