Ucman, escono due assessori: è crisi

Monia Zaniboni e Sauro Borghi hanno rimesso le deleghe. Pesano i dubbi sul riassetto di statuto e risorse dopo Mirandolexit

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La sindaca di Camposanto Monja Zaniboni, vice presidente dell’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord (Ucman), nonché assessora alle Politiche giovanili, e il sindaco di San Prospero Sauro Borghi, assessore con deleghe a Economia e territorio, hanno rimesso le loro deleghe nella mani del presidente, aprendo di fatto una crisi politica dai contorni e dagli esiti ancora confusi. La notizia risalirebbe ad oltre un mese fa e coinciderebbe più o meno temporalmente col disagio manifestato in un documento del 20 ottobre dalle dirigenti Barbara Bellentani e Francesca Mattioli.

L’uscita di Mirandola da Ucman sta provocando, dunque, – nonostante le smentite sulla realtà dei tanti nodi insoluti - un pericoloso smottamento. "Siamo molto agitati e una scintilla può causare un incendio" è la sconsolata confessione di un amministratore dell’Ucman. Attorno alla vicenda si sta consumando un duro braccio di ferro tra differenti idee di Unione. Il recesso di Mirandola operativo dal 1° gennaio 2023, infatti, mette l’Unione di fronte a "molteplici aspetti, divenuti ormai estremamente urgenti per la sostenibilità attuale e futura della struttura organizzativa dell’Ente" hanno denunciato le dirigenti. Parla di "ingenuità di chi ha pensato di avere tra le mani un documento scottante" il presidente Ucman Alberto Calciolari, derubricando quelle due pagine e mezzo fitte di cose che non vanno a "una relazione conoscitiva che come Giunta dell’Unione abbiamo richiesto alcuni mesi fa". Che sia arrivata solo ora, però, sottende per qualcuno il ritardo nelle "tempistiche per addivenire alla definizione di una unione il cui funzionamento possa, presumibilmente, ispirarsi a principi di efficienza, efficacia ed economicità, riconducendo l’Ente ai corretti canoni che ne legittimano l’esistenza stessa e ne disciplinano il funzionamento". Da qui la preoccupazione, assunta in aperta contestazione alla gestione del post Mirandolexit e di "alcune situazioni non condivise", degli assessori rinunciatari che hanno probabilmente inteso affrettare un chiarimento non più rinviabile. Ci sono risposte che riguardano diversi aspetti della vita dell’Unione come la configurazione del Ced, l’assetto del Centro Antiviolenza, il servizio istruzione, l’organizzazione del Centro di Educazione alla Sostenibilità (Ceas), la gestione futura dei nidi, le politiche ambientali, il Suap, i servizi sociali e, in generale, dei servizi alla persona. Ma soprattutto c’è la ridefinizione dello Statuto dell’Unione da aggiornare e delle rappresentanze, nonché la ripartizione degli oneri per il mantenimento di questa struttura.

Alberto Greco