Ugo, il figlio del boss È sua l’«impronta» sullo spray della tragedia

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E’ STATA una bomboletta di spray urticante trovata dai carabinieri sul pavimento della discoteca di Corinaldo, la sera in cui morirono sei persone schiacciate nella calca, ad incastrarlo. Perché sulla bomboletta c’erano le sue impronte digitali ed essendo già stato schedato dai carabinieri della provincia di Modena per due furti, quella bomboletta l’ha portato dritto in carcere assieme ai suoi presunti complici. Ugo Di Puorto spicca nel gruppo di arrestati anche perché figlio del boss dei casalesi Sigismondo Di Puorto, un nome che nel modenese ha lasciato il segno. Per anni Di Puorto senior ha vissuto a San Prospero assieme alla famiglia ed era considerato il referente del clan dei casalesi per la zona di Modena, con base nel ‘triangolo’ della camorra tra San Prospero, Bastiglia e Nonantola. Quando furono arrestati i boss Raffaele Diana e il figlio di Francesco Schiavone detto Sandokan, Di Puorto divenne il naturale erede del clan con il supporto operativo di Alfonso Perrone. Quando l’aria a Modena divenne troppo ‘pesante’, Di Puorto fuggì da latitante ed è in un covo a San Cipriano D’Aversa che la polizia lo arrestò nel 2010: nel suo covo c’era una parrucca e la foto di un bambino, il piccolo Ugo. Un bambino che nel frattempo è cresciuto a San Prospero assieme alla madre e ai parenti e ha iniziato a commettere i primi reati fino a beccarsi due denunce, una per furto in abitazione e un furto con strappo. Il padre è sempre stato un modello a cui ispirarsi, come si vede chiaramente nei post che Ugo ha scritto su Facebook sotto la foto di suo padre che tiene in braccio lui da bambino. «La lontananza mi fa capire solo quanto ti vorrei vicino a me e mi rende forte e orgoglioso di te perché papà come te nascono una volta ogni 100 anni e soprattutto a testa alta come sempre!». Compagno delle sue scorribande a San Prospero era a volte Badr Amouiyah, anche lui tra gli arrestati. «Spesso si vedevano insieme e combinavano piccoli reati – dice il sindaco Sauro Borghi – una volta hanno spruzzato un estintore nell’autorimessa del Conad. Se sono colpevoli dei gravi fatti di cui sono accusati devono restare in galera tuta la vita».

Con Di Puorto c’era spesso anche il cugino Raffaele Mormone, che vive a San Cesario: in comune, oltre ai furti, lo stesso tatuaggio: la scritta Devil.

Silvia Saracino

(Ha collaborato Valentina Reggiani)