Un coach per ‘motivare’ gli anziani

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Lo chiamano ‘invecchiamento attivo’. Il concetto, semplificando, può essere tradotto in un approccio alla terza età che eviti l’isolamento sociale sfruttando le occasioni create dalla comunità locale. Più facile a dirsi che a farsi. Per questo l’Asp delle Terre di Castelli – socia dell’Unione e dei suoi 8 Comuni – sta studiando un progetto che possa mettere in campo per gli anziani un ‘Senior coach’. Cioè una sorta di tutor che li accompagni, in concerto coi suoi familiari, in un percorso sempre più coinvolgente dal punto di vista sociale e più pragmatico possibile in fatto di autonomia, grazie alla tecnologia e alle opportunità, spesso poco conosciute, offerte dai servizi già attivi sul territorio. «È necessaria una premessa per capire a fondo di cosa stiamo parlando – spiega Marco Franchini, amministratore unico di Asp – e bisogna partire dalla necessità di risposte concrete ai bisogni degli anziani in vista dei prossimi anni. Siamo ormai consapevoli che con l’aumento dell’età media, e di conseguenza delle patologie legate all’invecchiamento, il pubblico non sarà più in grado di sopportare il peso della situazione se non cambieranno le dinamiche attuali del settore. Ma sappiamo anche, e tutti gli studi scientifici lo confermano, che una maggiore autonomia e una maggiore inclusione alla vita sociale ritardano la cronicizzazione dei problemi cognitivi e fisiologici. Aumentando, infine, la qualità delle vita dell’anziano e dei suoi parenti. Dunque, la sfida è questa: andare casa per casa con un Senior coach e trovare le soluzioni migliori per i nostri anziani. Perché il loro quotidiano faccia un salto di qualità sul fronte dell’autonomia, della sicurezza e della vivacità fisica e mentale». Ogni valutazione, quindi, porterebbe poi a un piano personalizzato e cucito su misura sui bisogni e sulle attitudini del nonnino – o della nonnina – in questione. «Partiamo dalla sicurezza e dall’autonomia – continua Franchini –: le nuove tecnologie applicate alla domotica possono dare una grossa mano alle famiglie. Esistono già dei citofoni antitruffa, che non aprono la porta quando il volto del visitatore non è nel database dei conoscenti. Oppure ci sono dei braccialetti che rilevano una caduta e avvisano in automatico lo smartphone di un parente. Ecco, il Senior coach è pronto a valutare ogni possibile miglioria, anche in base alle capacità economiche della persona. Ma la tecnologia da sola non basta. Bisogna agire soprattutto contro l’isolamento sociale, e anche qui il nuovo tutor entrerebbe in gioco valutando insieme all’anziano le numerosissime opportunità di socialità offerte da enti e associazioni sul territorio, che spesso non si conoscono. Penserà il Senior coach a creare i contatti desiderati, così come agirà sul tema dei servizi al cittadino già esistenti: anche in questo campo non è facile sapere tutto ciò che è disponibile per la terza età. Ma il tutor avrà una mappa completa di questi servizi e potrà indirizzare ed accompagnare l’anziano nel loro utilizzo. Concludendo il discorso, favorire l’autonomia significa puntare decisi, fino a quando le condizioni lo consentono, su una sana domiciliarità. Per non cedere al concetto, sempre meno sostenibile, che bisogna costruire case di riposo una dopo l’altra. Questo progetto ha dunque delle potenzialità grandiose, in linea col welfare di comunità che vede pubblico, privati e associazionismo allo stesso tavolo». Ad ogni modo l’operazione ‘Senior coach’ verrà costruita nelle Terre di Castelli a partire da un iter partecipativo che coinvolgerà le associazioni locali del settore. Perché i futuri tutor abbiano in mano fin da subito l’intero ventaglio di possibilità garantite dal volontariato. E per finanziare il percorso l’Asp parteciperà ora a un bando regionale che mette a disposizione fondi per questo genere di progetti.

Valerio Gagliardelli