Un corteo di moto per l’ultimo saluto a Marco

Migration

E’ STATO fissato per lunedì mattina il funerale di Marco Buzzi, il 53enne carpigiano, morto la scorsa domenica nel tardo pomeriggio all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia dopo essere rimasto vittima di una tragica caduta venerdì notte mentre era in sella alla sua moto, di ritorno verso la sua abitazione a San Marino di Carpi. Dopo essere stata sottoposta ad autopsia per disposizione della Procura di Reggio Emilia, la salma del motociclista, molto conosciuto in quanto titolare, insieme al fratello Giorgio, della storica trattoria ‘Il Cantone’ a Gargallo, è stata portata nelle camere mortuarie di Carpi nel tardo pomeriggio di ieri dalle onoranze funebri ‘Lugli Franca’. Da questa mattina i tantissimi amici, famigliari e conoscenti, potranno passare dalle camere ardenti per dare un saluto a Marco e stringersi alla mamma, ai tre fratelli e alla compagna Alessandra. Lunedì mattina, alle 8.30, il corteo partirà dalle camere mortuarie: il feretro sarà ‘scortato’ da tutti gli amici in moto, prevalentemente i suoi compagni di viaggi con le Harley-Davidson, che apriranno il corteo. Tutti insieme si dirigeranno a San Marino, per fermarsi in piazza Delia Gasparini, proprio davanti alla abitazione dove il 53enne era nato. Qui ci sarà un momento di raccoglimento e ricordo, in memoria di Marco, da parte degli amici e familiari. Poi il corteo, sempre anticipato dal gruppo dei motociclisti, proseguirà verso Gargallo, per fare tappa davanti alla sua trattoria, ‘Il Cantone’, in cui Buzzi tanti credeva. Infine il feretro partirà alla volta di Modena, per l’ara crematoria. «Siamo ancora tutti increduli – spiegano gli amici -. E non ci arrendiamo nelle ricerche: siamo ancora tornati sul luogo in cui Marco è caduto così rovinosamente a terra e siamo sempre più convinti che non possa avere fatto tutto da solo. Marco conosceva la sua moto, era espertissimo e prudente. Non può essere che sia caduto così, in quel modo fatale, da solo. Qualcosa è successo e ancora ci appelliamo ad eventuali testimoni di quella tragica notte».

Maria Silvia Cabri