"Un errore esternalizzare due nidi I servizi non finiscano sul mercato"

Presa di posizione dei sindacati dopo l’approvazione della delibera per la gestione alla ’Cresciamo’: "Siamo convinti che si possa innovare anche restando all’interno di un contesto pubblico"

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I sindacati uniti contro l’approvazione in consiglio comunale della delibera che avvia il percorso di esternalizzazione di due nidi, dalla gestione diretta del Comune alla Fondazione Cresciamo. "Come Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale, Uil Modena e Reggio Emilia e le rispettive categorie della funzione pubblica e della scuola – scrivono le sigle –, pur rispettando la decisione democratica del consiglio, avremmo preferito un esito diverso in questa vicenda e ribadiamo quanto già affermato con chiarezza e nettezza nel corso della vertenza, sia pubblicamente che negli incontri con il Comune: siamo contrari all’esternalizzazione, non condividamo l’equazione esternalizzazione uguale innovazione, perchè crediamo che si possa innovare anche all’interno del pubblico, crediamo fortemente nei servizi pubblici a gestione diretta e nel loro rilancio, vogliamo un sistema veramente integrato, dove al centro sia messa la professionalità di chi lavora e la qualità dei servizi erogati alle famiglie, ai bambini ed alle bambine modenesi".

La crisi di risorse che attraversano gli enti locali, aggiungono i sindacati unitariamente, "non può essere un alibi per far scivolare fuori da sè dei settori importanti della propria attività, soprattutto se tutto questo rischia di tradursi in un peggioramento delle condizioni contrattuali per le lavoratrici e dei servizi per le famiglie. Sulle risorse e gli investimenti, come già detto, siamo disponibili come Cgil, Cisl e Uil a chiedere di aprire insieme agli enti locali una vertenza a livello nazionale, in particolare rispetto ai contenuti del recente decreto Rilancio del governo per rafforzarlo affinchè ci siano più risorse per i nostri Comuni da spendere sui servizi, ma questo non può e non deve giustificare scelte che hanno un carattere politico". Nel corso di queste settimane, continuano Cgil, Cisl e Uil, "abbiamo manifestato queste posizioni, rivendicando con forza la necessità di aprire un serio confronto che ponga al centro della discussione quale modello gestionale si intende immaginare per il settore 0-6 nella nostra città, nel presente e nel futuro, e quali condizioni economiche e normative per le lavoratrici ed i lavoratori. Occorre rimettere mano ulteriormente alle differenze contrattuali e retributive, anche in sede locale, discutendo sulle risorse destinate al sistema e richiamando tutti i gestori del sistema integrato ad una piena responsabilità, affinché ci sia coerenza tra le condizioni di quegli operatori che svolgono lo stesso lavoro e che hanno retto sulle loro spalle lo straordinario compito di offrire alla cittadinanza tutta, un servizio di cui essere orgogliosi. Chiediamo certezze rispetto all’occupazione, alla stabilità e continuità lavorativa; chiediamo risposte vere sulle retribuzioni, sulle risorse. Vorremmo che il Comune si facesse garante insieme a noi ed a tutti i soggetti interessati di un processo che definisca con sufficiente nitidezza il raggio di azione del pubblico, la sua governance perchè prima di tutto non vogliamo assistere alla messa a mercato di questi servizi".