Un invito a tuffarsi nella vita

Francesco

Lodi*

Come la forza dell’acqua, così la vitale esuberanza degli adolescenti a Roma. Sì, arrivare a Roma è stato come essere piccoli ruscelli, che da valli, da colli e monti modenesi e non solo, sono sgorgati chi di notte e chi all’alba per raggiungere il 18 aprile la Caput fidei. Torrenti diventati fiumi di adolescenti hanno invaso le strade di Roma, col desiderio di stare insieme e vivere un’esperienza unica, dopo mesi di distanze e di chiusure imposte. Il centro del raduno era quella famosa piazza che, come un albero spoglio, non vedeva l’ora di esplodere di vita come in primavera, fra colori e musica e dove un uomo di più di ottant’anni ha incontrato quasi ottantamila adolescenti italiani. Fra la calca dell’entusiasmo tangibile il Papa si è mostrato vicino e come un nonno ha voluto accarezzare i suoi giovani nipoti. La forza delle parole del Santo Padre sono state incisive, profonde e dirette. Papa Francesco ha esordito così "tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poterle così cacciare via. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi: se avete paura, mettetela alla luce e vi farà bene!". Paure e scoraggiamenti che gli adolescenti vivono e hanno vissuto e ciascuno di noi vive, sono state come quelle degli stessi discepoli, che stanchi e delusi dopo una notte inconcludente hanno trovato "allo spuntare del giorno sulla riva un uomo, che era Gesù che li stava aspettando", un cuore aperto e caldo e una mano tesa desiderosa di ricominciare. Sola la Sua voce ha potuto dire "seguimi" e ancora ripete "seguimi" nelle notti più tremende e vane per tracciare orizzonti di speranza, di pienezza e di fiducia per gli adolescenti e non solo. Ha concluso il Papa come saluto e nuovo mandato "buttatevi nella vita, non abbiate paura della vita, per favore! La vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa"

*Parrocchia di San Prospero