Un lungo viaggio insieme alle fotografie di Ghirri E con Eva e Franco Mattes il web diventa immagine

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Luigi Ghirri (1943-1992), è un fotografo ormai "classico", avendo sostanzialmente insegnato come si osserva un paesaggio (padano, ma non solo), cosa resta nella mente di ognuno davanti alle distese di piatta campagna, a tratti di città, Modena in primis visto che l’artista reggiano qui si è formato ed è cresciuto. La rassegna "Luigi Ghirri e Modena. Un viaggio a ritroso", a cura di Daniele De Luigi per Fondazione FMAV presso Palazzo Santa Margherita fino al 20 novembre, è parte del progetto regionale "Vedere Oltre" con cui si celebra il grande fotografo a trent’anni dalla prematura scomparsa. L’ampio percorso con 60 immagini e anche vecchi cataloghi, locandine e documenti di lavoro museale, analizza, dividendola per progetti, la carriera di Ghirri esponendo in pratica l’intero patrimonio che lo riguarda presente nelle collezioni di Galleria Civica e Fondazione di Modena, oggi gestite da Arti Visive. Si starebbe ore a guardare immagini importantissime: esposte in senso cronologico inverso partendo da quelle della seconda metà degli anni Ottanta tratte dalle serie "Versailles" e "Il profilo delle nuvole" che hanno segnato un punto di svolta nella fotografia italiana di paesaggio. Via via si procede all’indietro nella produzione del maestro fino a importanti vintage print dei primi anni di carriera (1970-1973), insieme a nuclei dedicati alle architetture di Paolo Portoghesi e Aldo Rossi. Alla presentazione ieri si notava il viraggio di colore che alcune immagini storiche purtroppo hanno avuto nonché la mancanza di un catalogo che raccontasse il lungo operare di Ghirri per la città della Ghirlandina in rapporto con altri maestri. Altro appuntamento importante di Fmav è la prima esposizione italiana del duo artistico Eva & Franco Mattes ("Most to Least Viewed", a cura di Nadim Samman, fino al 26 febbraio). Un allestimento spettacolare – una sorta di pensilina gialla in metallo che corre lungo l’intera sala grande – raccoglie alcune opere in ordine cronologico fino all’ultima inedita dei Mattes, da quindici anni a New York dove sono divenuti noti col nome artistico di "01001011110101101.org". Loro stessi riassumono: "La mostra si concentra su dati, potere e identità, con lavori selezionati da un misterioso algoritmo del web. Analizziamo così la società dell’informazione e i suoi problemi". Infine alla Palazzina di via Giardini 160 fino al 30 settembre c’è il progetto "Like the tide - A women story" della giovane Chiara Negrello. Info: fmav.org . Stefano Luppi