"Un Rigoletto per tutti come piaceva a Luciano"

La vedova Nicoletta Mantovani sul palco a 15 anni dalla scomparsa del tenore. La figlia Alice emozionatissima: "In questo teatro sento la presenza di papà"

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di Stefano Marchetti

L’emozione più bella la si poteva leggere negli occhi di Alice Pavarotti: "Essere qui è una grande gioia, questo luogo è così solenne...", ci ha confidato dietro le quinte del teatro Comunale, poco prima dell’apertura delle porte. Quella di ieri è stata una serata speciale per tutti, ma soprattutto per lei: perché a teatro si celebrava il suo illustre papà, il Maestro, il tenorissimo, a 15 anni dalla scomparsa. "In questo luogo sento la sua presenza", aggiungeva sottovoce Alice, con un pizzico di timidezza, come per timore di disturbare.

Dopo la "Messa solenne" di Franck, con quel "Panis Angelicus" che fa pregare e commuovere, ieri sera al Comunale è andato in scena un altro dei cavalli di battaglia di big Luciano, il "Rigoletto" di Verdi, il suo secondo debutto, un’altra delle sue straordinarie interpretazioni. "Lo ha cantato per 135 volte, perfino davanti a 150mila spettatori in Central Park a New York", ha ricordato Nicoletta Mantovani che con la Fondazione Pavarotti ha promosso la serata, grazie al sostegno della Fondazione di Modena. Dalla Casa Museo di Santa Maria Mugnano sono stati portati al Comunale ed esposti nel foyer alcuni oggetti iconici: il costume da Duca di Mantova che Pavarotti indossò per il "Rigoletto" al teatro Massimo di Palermo nel 1968, lo storico spartito su cui studiò la parte, e perfino l’Emmy Awards che vinse nel 1965 per una ‘great performance’ del capolavoro verdiano, andata in onda sulla tv statunitense.

"Lo so che questo Rigoletto sarebbe piaciuto a Luciano – ha aggiunto Nicoletta salutando il pubblico dal palco –. L’orchestra Senzaspine lo ha pensato e creato come un’opera inclusiva, lavorando anche con la lingua dei segni. Un’opera che guarda avanti ma non lascia indietro nessuno, come avrebbe detto Luciano". Nella sala gremitissima tanti ospiti speciali, familiari e amici di Luciano, suoi fan di sempre: Cristina Pavarotti, il prefetto Alessandra Camporota, le autorità cittadine, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha ribadito che il ricordo di Luciano passa anche attraverso la formazione. In platea abbiamo riconosciuto Deanna Veroni della celebre Modateca, e in un palco di primo ordine anche il professor Silvio Garattini, insigne farmacologo e ricercatore: "Sono appassionato d’opera fin da ragazzo, non volevo mancare", ci ha detto.

Proprio ieri all’università di Bologna Alice Pavarotti ha sostenuto un impegnativo esame sulla storia dell’Africa ("Voto 29: sono molto contenta") e ha concluso il primo anno di corso accademico. Per la serata in onore del papà ha indossato un elegantissimo abito da sera che le ha donato la mamma: "Era suo, e stasera ha voluto che lo portassi io", ci ha sorriso. A teatro l’ha accompagnata un amico che si è seduto con lei in prima fila, accanto alla mamma Nicoletta con il nuovo marito Alberto Tinarelli.

Grandi applausi per questo "Rigoletto" inclusivo, una bella prova per il soprano Scilla Cristiano, il baritono Alessio Verna e il tenore Giuseppe Infantino che ha dovuto confrontarsi con le celebri arie che Pavarotti ha consegnato alla storia della lirica. E mentre in teatro si rendeva omaggio a lui, nelle vie tutt’attorno si continuava a girare il film dedicato a Enzo Ferrari. Un simbolico, ideale abbraccio fra i grandi modenesi, quelli che il mondo ama ancora, come se non fossero mai volati via.