Il Kiwi di Piumazzo, tempio della musica Disco degli anni ’70 e ’80, dove si esibirono James Brown, Gloria Gaynor, Charles Aznavour, Claudio Baglioni e tantissimi altri, ora viene celebrato in un piatto. Ne è l’autore Carlo Alberto Borsarini titolare della Lumira di Castelfranco, che quelle notti le ha vissute. Secondo solo al mitico Picchio Rosso, il Kiwi venne aperto da Rino Giugni e soci nel 1970, nel bel mezzo della campagna modenese, attirando a Piumazzo decine e decine di artisti internazionali, da Barry White che qui si esibì nella sua unica data italiana, a Donna Summer, diventando una meta imprescindibile di quelle notti. Arrivarono tutti i grandi nomi della musica, dai Rockets, ai Pooh, da Julio Iglesias, a Johnny Hallyday, dai Nomadi, alla Pfm, a Lucio Dalla, Antonello Venditti, Fabrizio De Andrè, Vasco Rossi, 883, fino ad Adriano Celentano che al Kiwi girò più di un film. “Per me il Kiwi era il dopolavoro – racconta Borsarini – un luogo aperto fino a tardi, dove potevamo andare quando si chiudeva, ma i soldi erano pochi e si trattava con il buttafuori: ‘vi faccio mille lire, no è troppo, arriviamo tardi e restiamo poco…’. Passarono tutti di là, come Live era il numero uno, una notte venne Renato Zero a cambiarsi da noi, prima di andare allo spettacolo”. Mille e una notte al Kiwi, è il nome della ricetta, un concentrato di territorio che contiene tutte o quasi le suggestioni di quegli anni nei quali c’erano pochi pensieri e le preoccupazioni erano come iniziare la serata e dove finirla, mentre l’idea della ricetta arriva da un amico di Borsarini, che a cento metri dal Kiwi, si è messo a coltivare zafferano: "tagliati i kiwi li lasciamo a marinare sottovuoto in osmosi con gli ingredienti del Negroni, gin, Campari e vermouth (che in quegli anni scorreva a fiumi), poi prepariamo un risotto allo zafferano, che mantechiamo con un burro al mandarino e impiattiamo sulle fettine di kiwi, aggiungendo poche gocce di angostura e una spolverata di semi di kiwi e papavero".
Luca Bonacini