"Un sogno danzare col pianoforte dal vivo"

La famosa ballerina Anbeta Toromani domani sera al Comunale si esibirà nei ’Préludes’ con le coreografie di Massimo Morricone

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di Stefano Marchetti

Breve, delicato, emozionante. Un preludio in musica è come un sonetto in poesia: un brano dai contorni definiti, che non ha l’estensione o la grandiosità di una sinfonia ma nella sua compiutezza – come una conchiglia – può racchiudere e rivelare una perla di rara bellezza. Grandi autori ci hanno lasciato "Préludes" affascinanti che ispirano le coreografie di Massimo Moricone, nel nuovo appuntamento della stagione di balletto del teatro Comunale Pavarotti - Freni, in cartellone domani sera alle 20.30. Un’elegante serata – slittata di due anni a causa dei lockdown – che per molti sarà anche l’occasione per ritrovare cari "Amici": stella di "Préludes" è infatti Anbeta Toromani che ha spiccato il volo proprio dal talent show di Maria De Filippi, di cui è stata finalista e in seguito ballerina e insegnante, per poi far brillare il suo talento su grandi palcoscenici. Con lei applaudiremo Alessandro Macario, suo compagno anche nella vita, affermato ballerino cresciuto artisticamente alla Scala di Milano e al San Carlo di Napoli, e Amilcar Moret Gonzalez, già dancer e insegnante nello studio di "Amici", oggi primo ballerino al teatro di Kiel. Nei loro passi prenderanno forma le note dei preludi suonati dalla pianista Costanza Principe, in una dimensione quasi intima, come un concerto con balletto. "Per me era un sogno poter presentare uno spettacolo con il pianoforte dal vivo – ha raccontato Anbeta –. Tutta la vita di noi ballerini, fin dai primi passi in sala prove, è sempre scandita e accompagnata dal pianoforte".

"Quello di Moricone è un linguaggio coreografico del tutto particolare – osserva Carmelo A. Zapparata nelle note di sala –. La sua poetica è giocata in costante equilibrio tra ricerca sul gesto e passione neoclassica. Un militante che non nega però il dialogo con i corpi di ballo dei teatri". Fra sperimentazione e classicità si colloca anche la sua visione dei vari "Preludes" che ascolteremo e vedremo. A partire da una selezione del "Vingt-quatre Préludes op. 28" di Chopin, su cui Moricone immagina una coreografia simbolica, la visione di un uomo che sembra danzare con i suoi stessi pensieri e ricordi. Poi il famoso "Prélude à l’apres-midi d’un faune" di Debussy, gioiello dell’impressionismo musicale, che nel 1912 fu un cavallo di battaglia dei Balletti Russi di Sergej Diaghilev ma che il coreografo libera da alcuni legami con la tradizione, in un numero creato espressamente per Anbeta e Alessandro, un gioco di coppia e di passione. Nel "Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2" di Rachmaninov, Massimo Moricone ha visto invece la tenzone fra due figure maschili, una lotta di potenza e di corpi. Per approdare poi al finale, con i tre danzatori impegnati sulle note della "Ciaccona dalla Partita n 2. BWV 1004" di Johann Sebastian Bach, nella trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni. Pura poesia, in cui musica e danza si fondono come in un dipinto.