Gli scavi attorno alla chiesa di San Francesco raccontano non solo la storia dell’antico monastero, terzo in Italia dedicato al Santo di Assisi, ma anche il passaggio tra Medioevo e Rinascimento della Città di Mirandola colmando quella cesura tra fonti documentarie conservate e testimonianze architettoniche sopravvissute al tempo. Le indagini archeologiche intraprese nel 2022, infatti, hanno permesso di approfondire le conoscenze del complesso francescano di Mirandola, fino ad oggi note solamente attraverso le ricerche archivistiche. Gli scavi – diventati un video "Preghiere semplici: Vita e morte nel Convento di San Francesco a Mirandola" - hanno interessato due zone: il cortile Est e quello Nord del chiostro attuale. Nella seconda area le indagini archeologiche hanno permesso di ricostruire un tassello di storia relativo ad uno dei più importanti complessi conventuali della Città di Mirandola, risalente al 1200, di cui si avevano solo notizie scarse, da cui era impossibile risalire all’architettura del complesso monastico. Le indagini geognostiche e gli scavi effettuati nel 2022 hanno evidenziato che a quell’epoca, l’edificio doveva presentarsi ad un’unica navata con dimensioni inferiori riaspetto a quelle attuali.
Nel cortile Nord invece gli scavi hanno permesso di individuare, a ridosso del monastero, un’area di lavorazione legata alla preparazione di mattoni, che nella prima metà del Trecento venne sfruttata come cimitero. Qui sono state ritrovate 28 tombe appartenenti a 13 adulti di età maggiore di 21 anni e 15 subadulti di cui cinque infanti di età inferiori a tre mesi. I corpi deposti in nuda terra senza cassa di legno, ma avvolti in un sudario e privi di corredo, appaiono collocati in modo ordinato orientati con il corpo in posizione est ovest ed il capo ad ovest con il volto ad est verso il sole nascente. Verso il Trecento le continue guerre indussero i monaci ad abbandonare il monastero - all’epoca fuori dalle mure cittadine come ricordano le fonti -, facendovi ritorno nel 1377 e questo permise forse di riprendere l’uso del cimitero temporaneamente abbandonato. Tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento sono riferibili altre due sepolture, di cui una tomba che accoglieva un uomo e una donna sepolti insieme, uno accanto all’altro. Le indagini archeologiche hanno permesso di documentare che esistesse anche un’area cimiteriale lontana dalla chiesa di San Francesco. E’ probabile che, forse, i defunti rinvenuti in questo secondo cimitero appartenessero a classi meno agiate, che non potevano permettersi una sepoltura prestigiosa nei pressi della chiesa. Nel 1465 si avviò un progetto di costruzione di un chiostro a nord della chiesa, ricordato come Chiostro "maggiore". Ed è allora che il cimitero venne invaso dalle strutture murarie del chiostro.
A questa fase edilizia di ampliamento delle fabbriche appartiene anche un secondo chiostro, intercettato nell’attuale cortile est dagli scavi effettuati. Purtroppo, oggi degli antichi chiostri non rimane più nulla, perché tra il 1811 e il 1812 con la vendita del monastero il convento venne in gran parte demolito. Il convento come attualmente visibile venne realizzato nel 1826.
Alberto Greco