
Lo ’Stefano Bollani Quintet’ debutterà mercoledì sera a Carpi
È autenticamente un maestro nel fare della musica un gioco da reinventare ogni volta. Pianista e compositore dal talento poliedrico, Stefano Bollani spazia tra jazz, classica e musica brasiliana con uno spirito di continua esplorazione. Proprio da Carpi, mercoledì alle 21.30 in pizzale Re Astolfo, nell’ambito della rassegna ‘CarpInJazz’, partirà in prima assoluta il suo progetto nuovo e senza precedenti, il concerto di ‘Stefano Bollani Quintet’.
Bollani, come è composto questo quintetto?
"Accanto a me ci saranno Jeff Ballard alla batteria, Larry Grenadier al basso, Vincent Peirani alla fisarmonica, Mauro Refosco alle percussioni. Tutti talenti musicali, ciascuno con una propria visione artistica e una carriera d’eccezione, che formano questo gruppo unico con un repertorio inedito, che ho composto appositamente per questa nuova formazione".
Con quale criterio ha scelto proprio loro?
"Sono andato a cuore, a sentimento. Un gruppo inedito, quasi bizzarro, perché non si conoscono tra di loro e questo, lo ammetto, mi stimola molto. Ho crato un dream team di musicisti meravigliosi: conosco bene Larry e Jeff, e anche Peirani, ma ad esempio non ho mai incontrato Refosco".
Dunque, quella di Carpi è una data importante?
"Assolutamente, è quella che aspetto di più! A Carpi per la prima volta il gruppo si incontrerà, e per la prima volta faremo le prove. Sono molto contento e anche curioso di capire come suoneremo insieme".
Ha composto un repertorio apposito…
"Sono tutti pezzi miei inediti, scritti per questa formazione, poi forse si aggiungeremo qualche cover. Vedremo. È tutto in divenire: se dovessimo suonare solo quello che ho scritto su carta, sarebbero neanche otto minuti di spettacolo! Il resto è tutta meravigliosa improvvisazione come avviene nel jazz, dove ogni brano viene montato e smontato e rimontato più volte, e non c’è un leader ma ognuno dà il proprio contributo".
Cos’è per lei l’improvvisazione?
"Il modo di stare nel presente mentre accade la vita. Se hai già preparato qualcosa, nell’eseguirlo inevitabilmente ti porti dietro anche il passato. Qui invece parliamo di jazz. C’è un tema ma noi cinque dialoghiamo e il sesto a parlare con noi è il pubblico, mediante le sue reazioni o non reazioni". Lei attraversa generi musicali diversissimi, dal pop al jazz, dalla classica al rock, calcando ogni tipo di palco e mediante qualsiasi mezzo di comunicazione".
Come riesce a fare tutto con la stessa coerenza?
"Sono coerente? Non so se lo sono davvero (ride, ndr). Forse semplicemente perché faccio tutto io! Da piccolo volevo fare il musicista, l’attore, lo scrittore, il cantante e andare in televisione. In effetti ho fatto e mi è anche scoppiata la passione per il cinema e la scrittura delle colonne sonore…".